"Voglio essere chiamata sindaco e non sindachessa o sindaca ma voglio occuparmi in maniera seria delle donne per esempio affrontando in maniera seria la questione asili nido". Tira dritto Giorgia Meloni, che a Radio24 conferma la sua candidatura nella corsa al Campidoglio.
"Certo non mi si può dire che non sono coerente", ha spiegato la leader di Fratelli d'Italia, "Ho sempre detto, dopo aver scoperto di aspettare un bambino, che la mia candidatura fosse una extrema ratio. Ma tra non arrivare al ballottaggio e candidarmi preferisco candidarmi". Poi l'attacco a Guido Bertolaso: " Tra tutti quelli che stanno in Fdi non c'è nessuno indagato per Mafia Capitale. Ci sarà una differenza, ci sarà un motivo. La realtà è che l'unica amministrazione di centrodestra che ha governato a Roma non è riuscita a fare quel ripulisti che serviva sugli affari messi in piedi in 60 anni dalla Dc e dai comunisti", ha concluso.
La rottura, comunque, può essere ancora risanata, secondo la Meloni. "Già prima delle gazebarie avevo detto a Berlusconi che rischiavamo di regalare la città ai Cinquestelle. Mi ha risposto che c'è tempo e vediamo. pero ancora, nonostante gli insulti che volano, che si possa ricucire, che gli alleati siano coerenti, che Bertolaso faccia un passo di lato".
"Daje Giò, annamo a vince", la incita in romanesco Matteo Salvini, "Penso che la Meloni arriverà al ballottaggio con la Raggi. La mia previsione è un ballottaggio tra loro due. A quel punto gli elettori del Pd e di Forza Italia dovranno decidere tra una propostanuova come la nostra e i grillini. Se io dovessi scegliere in un comune in cui non arriviamo al ballottaggio tra Cinque Stelle e Pd, sceglierei il M5S perché il Pd di Renzi ho già visto come governa..."
"Io voterei Bertolaso", dice però Umberto Bossi a La Stampa, facendosi portavoce dei malpancisti interni alla Lega, "Guido lo conosco e so che è uno bravo e capace. Matteo sbaglia: bisogna mantenere la parola data. In politica è una delle cose fondamentali se vuoi che ti rispettino". L'ex leader del Carrocio spiega: "C’era qualcosa in atto.
La voglia di scalare e diventare candidato premier del centrodestra, oppure poteva avere dubbi sull’utilità di partecipare alle elezioni a Roma. Con tutto il rumore che è uscito è difficile: se pensava che aiutasse sbaglia, non aiuta. Anche se Salvini si rende conto che forse per la Lega non è così fondamentale avere Roma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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