Ripasso generale di storia recente della Repubblica italiana.
Febbraio 2021, il governo Conte è ormai agli sgoccioli, il Covid non è ancora stato sconfitto, l'azione dell'esecutivo giallorosso pare impantanata tra conferenze stampa show dell'allora premier e continui dissidi interni, con Renzi in procinto di ritirare i suoi due ministri. Il Quirinale inizierà a giorni le consultazioni, per poi indicare Mario Draghi come premier incaricato di formare un governo di unità nazionale: prima di tornare alle urne serve traghettare il Paese fuori dalla pandemia, è il refrain di quelle concitate ore.
Di seguito alcune dichiarazioni di uno dei protagonisti delle trattative, Giuseppe Conte, non ancora leader del Movimento 5 Stelle, ma certamente uno dei maggiori indiziati a diventarlo, come poi effettivamente accadrà.
Quattro febbraio: «Ho incontrato Draghi, mi descrivono come un ostacolo, evidentemente non mi conoscono o parlano in malafede. I sabotatori cerchiamoli altrove».
Sei febbraio: «Dobbiamo guardare sempre il bene dell'Italia». Sette febbraio: «Il presidente incaricato è persona di spessore: è un interlocutore da prendere in seria considerazione».
Dieci febbraio: «Se fossi iscritto a Rousseau voterei sì (a Draghi premier, ndr) perché ci sono tali urgenze che comunque è bene che ci sia un governo».
Perché questa carrellata di dichiarazioni lusinghiere verso Mario Draghi? Perché evidentemente Conte (nella foto, i due ex premier insieme durante lo scambio della campanella) pecca di scarsa memoria. Basta leggere quanto detto ieri al Fatto Quotidiano: «Forse è arrivato il momento di chiedere scusa agli elettori del Movimento rimasti delusi per il nostro sostegno al governo Draghi. Mi scuso innanzitutto io, anche se è noto che la mia posizione fu motivata solo dal fatto di difendere le riforme del Movimento in un momento tragico».
Due interrogativi alla luce di questa completa rilettura della storia. Conte si scusa con i propri elettori anche per i 13 posti riservati ai grillini da Draghi nella propria squadra (4 ministri, un viceministro e 8 sottosegretari)? E ancora: Conte ha sostenuto il governo Draghi per il bene dell'Italia o per il bene delle riforme che portavano la sua firma? Il Giuseppi del 2021 avrebbe risposto in un modo; quello di oggi, un po' diversamente.
Sostenere Draghi è stato un «sacrificio» per tutti i
partiti di maggioranza. Nessuno l'ha mai nascosto, date le condizioni di partenza. Ma c'è chi governa per il Paese e chi lo fa per il proprio consenso. Ora non ci sono più dubbi a quale delle due categorie Conte appartenga.
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