Mentana bacchetta Saviano "Salvini? Non lo chiamerei ministro Malavita"

Enrico Mentana a tutto campo su immigrazione, informazione e governo: "Salvini? Non lo chiamerei mai ministro della malavita"

Mentana bacchetta Saviano "Salvini? Non lo chiamerei ministro Malavita"

Enrico Mentana pensa al suo nuovo progetto editoriale e poi bacchetta un po' tutta la politica. Fino a prendere (di nuovo) le distanze dagli attacchi a Rolling Stones contro Salvini e, indirettamente, pure da Saviano.

Parlando del nuovo governo, Mentana ragiona su come i giornali abbiano reagito all'arrivo al potere di Lega e M5S: "Non c' è fuoco di sbarramento – dice - Questa maggioranza ha sostenitori molto assertivi, partigiani e tifosi sui social. Il fatto che qualcuno dica che Salvini sta esagerando con il cattivismo, dall' altra parte viene preso come riprova che i buonisti non ci vogliono stare".

Poi si scaglia contro "le adunate alla Rolling Stone" e gli attacchi di Saviano contro il capo del Viminale (che gli sono costati una querela e un'indagine per diffamazione). "Alcune azioni di Salvini sui migranti mi trovano in forte disaccordo – dice Mentana pensando, ma non citando, l'autore di Gomorra - ma non lo chiamerei mai ministro della malavita. Se dissenti e discuti nel merito sei nel campo della politica. Se consideri un politico ontologicamente avversario sei sul terreno della demonizzazione".

Anche perché, spiega Mentana, sulla questione immigrazione "la situazione si è incattivita a causa dell'incapacità di Renzi e Alfano di affrontare quella che era un'emergenza ben più di oggi. La tendenza a un'accoglienza pasticciona e disorganizzata ha lasciato crescere una corrente di opinione che definisce le Ong organizzazioni di vicescafisti o vicenegrieri". Anche se, secondo lui. "chi conosce l' attività di queste persone sa che in prevalenza sono dedite al prossimo e disinteressate".

"Quando Di Maio, Salvini e il centrodestra esultarono davanti al procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che ipotizzava che le Ong fossero finanziate dai trafficanti di uomini – conclude il direttore del tg di La7 -

si capì che la politica aveva imboccato la via dell' intransigenza: no ai migranti e all' indice chi li salva. Sono passati 15 mesi dall'inchiesta del procuratore di Catania e non è ancora emerso nulla di concreto".

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