"Mi picchiavano in due, urlavano sporco fascista"

Studente di destra aggredito all'Università di Pavia. Roberto Buzzi: "Clima d'odio verso Giorgia"

"Mi picchiavano in due, urlavano sporco fascista"
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Roberto Buzzi, 22 anni, giovane militante di Azione Universitaria, è stato picchiato all'interno del dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pavia (nella foto, con i segni dell'aggressione).

Due i responsabili: uno teneva fermo Buzzi, l'altro lo colpiva. Da Au sono certi: la «matrice» è ideologica, i due urlavano «sporco fascista». Il rettore ha annunciato «misure disciplinari». Gli aggressori dovrebbero essere studenti che hanno partecipato a più cortei in favore della causa palestinese.

Roberto, come sta?

«Mi hanno dato 22 giorni di prognosi. Ho delle fratture e delle micro-fratture facciali. Niente di grave, però...»,

L'aggressione che ha subito arriva a pochi giorni dall'anniversario di quella subita da Sergio Ramelli.

«Mi auguro che gli Anni di piombo non tornino. Certo è che certe aggressioni non si vedevano da una vita. E spero che questo sia solo un episodio isolato, magari causato da qualche folle. E non da un'idea che qualcuno vuole portare in università in modo strutturale».

Sa chi siano i responsabili?

«Avendomi urlato contro sporco fascista, dubito che siano di estrema destra».

Ma perché in un primo momento si è parlato di violenza scaturita da gelosia?

«Perché il personale amministrativo, che non ha assistito alla scena ma che è intervenuto, ha pensato in prima istanza a qualcosa mosso da sentimenti o rancori. Ma in quel caso non avrebbero urlato sporco fascista. Mi avrebbero chiamato magari in altri modi. Definendomi così, hanno identificato un avversario politico: non ci sono dubbi. La situazione, in ateneo, è diventata chiara quando si è capito che l'aggredito fossi io, che sono candidato al Cnsu e che milito in Azione Universitaria».

Ma non sa proprio chi l'ha aggredita?

«No, sono ragazzi che ho incrociato per i corridoi più volte. Ma non abbiamo mai avuto interazioni. Non conosco il mandante o lo scopo ultimo. Suppongo che il fine fosse farmi paura e distogliermi dal fare attività politica. Ma non so ricondurre i responsabili a qualche gruppo, anzi...».

Anzi?

«I gruppi istituzionalizzati della sinistra universitaria sono avversari ma, in buona parte, sono composti da miei amici. Sono democratici che non si permetterebbero mai di fare una cosa del genere. Mi sembra un'azione in stile extra-parlamentare, esterna ai gruppi istituzionali d'ateneo. Studenti che non partecipano alla vita politica».

Ma aveva già subito aggressioni in passato?

«Nel tempo, sono stato chiamato fascista più volte, durante gazebo o eventi».

Ma lei stava volantinando prima dell'aggressione?

«No, ero al telefono con dei miei colleghi, per organizzare un evento».

Lei percepisce un clima d'odio verso il suo mondo?

«Beh, alcuni

tendono a definire la premier Giorgia Meloni come un mostro fascista, bruciano i manifesti...Anche io vengo chiamato così. E avviene solo perché coordino un circolo di Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fdi, a Voghera».

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