Due macabre scoperte in un giorno. Decine di casi in pochi mesi. Tra microplastiche in aumento e pesci siluro che nuotano a pochi passi dal Louvre (l'ultimo pescato a gennaio misurava 2 metri), le acque della capitale francese nascondono un mistero molto poco charmant: il fiume di Parigi sarebbe un cimitero di anime sconosciute.
L'ennesimo corpo senza vita nella Senna, un uomo nei pressi del Pont d'Arcole, Notre-Dame, è stato trovato mercoledì sera dai sommozzatori della brigata fluviale. «Incidente? Suicidio? Omicidio?». La polizia indaga con ipotesi di rito. Appena 5 ore prima, un altro cadavere ripescato: una donna vicino al Pont Garigliano, il più alto di Parigi, 11 metri. «Difficile da identificare». Non aveva addosso documenti. «Potrebbe essere asiatica».
Tanto è bastato a riaccendere la morbosa attenzione dei fanatici del noir. Quelli che rincorrono il «mito» della celebre «Sconosciuta della Senna» del 1880, la donna riemersa dalle acque che diventò un calco-icona in grado di affascinare Abert Camus a Man Ray, ancora oggi modello per insegnare la rianimazione bocca a bocca. Una trentina di ritrovamenti in tre anni hanno fatto il resto.
Del «caso Senna» trasformata in uno «Spoon river» cittadino si è cominciato a parlare nel 2019, quando il 25 aprile di quell'anno emerse il quinto cadavere in 4 mesi. Tre di quelle «scoperte» diedero luogo a indagini penali; alcune ancora in corso. I cosiddetti «misteri» irrisolti. La polizia da allora non ha più fornito troppi dettagli sul numero delle vittime recuperate, alimentando così il «mito» delle acque piene di corpi anche nella Parigi intramurale.
Per evitare psicosi, i «ripescaggi» degli uomini rana finiscono in anonimi trafiletti di giornale. Sufficienti, però, a scatenare un'assurda «caccia» agli avvistamenti, in luoghi dove la malavita scaricherebbe cadaveri, o considerati adatti al suicidio. Prima del coprifuoco c'era chi usciva di sera con le torce e chi organizzava tour sotto ponti giudicati ad «alta possibilità di avvistamenti». Sui social, gruppi per scambiarsi informazioni, perlopiù inventate. Suicidi, omicidi, triangoli amorosi finiti male, indirizzi di anfratti (uno di questi sarebbe il Pont Austerlitz, due ritrovamenti).
Leggende metropolitane che le cronache riaccendono. Alcune degne di film o di romanzi, altre che richiederebbero solo rispetto. Come la vicenda di Alisha, una adolescente di 14 anni di Argenteuil, immediata periferia della capitale, il cui corpo è riemerso la scorsa settimana poco fuori Parigi. Una tragedia: uccisa da due compagni di classe quindicenni, un ragazzo e la sua fidanzata. Rivalità sfociata in bullismo omicida.
I ritrovamenti della brigata fluviale però crescono. Nei giorni scorsi è stata ripescata anche una insegnante di 41 anni, single e senza figli, scomparsa settimane prima al punto da interessare gli investigatori che lavoravano su un altro caso ancora. Il corpo era lontano dalla casa e dal luogo in cui la donna faceva jogging in Val d'Oise. Il fiume restituisce cadaveri un po' ovunque. Come nel 2008 quello dell'ex modella 47enne Katousha Niane, morta si disse per annegamento perché «senza tracce di violenza» (fu musa di Yves Saint Laurent e Paco Rabanne), o di Costanza Sproviero, vent'anni, e Monica Amalfitano, diciotto, ripescate nel '94.
Ci sono diversi tipi di sanzioni oltre ai 38 euro per chi infrange il divieto di balneazione
nella Senna. La «caccia ai cadaveri» fai-da-te è giudicata dalla brigata «Fluv'» tanto assurda quanto inaccettabile. Eppure in tanti, nel fiume-cimitero, rincorrono un sorriso come quello della «Sconosciuta» di fine '800.
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