"È sotto tutte le attese...". Un 'altra bomba sul Pd Gualtieri ora può saltare

L’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri potrebbe uscire dalla rosa di candidati per la poltrona di sindaco di Roma a causa di sondaggi negativi che circolano tra i dem. Intanto nel Pd si discute sul nuovo segretario

"È sotto tutte le attese...". Un 'altra bomba sul Pd Gualtieri ora può saltare

Anche se le amministrative sono state spostate in autunno a causa dell’emergenza sanitaria, tutti i partiti sono già al lavoro per individuare i candidati giusti da presentare agli elettori. In casa Pd la situazione appare particolarmente difficile. Non basta il caos seguito alle dimissioni del segretario Nicola Zingaretti. Ora, infatti, i dem stanno ragionando sul nome per il Campidoglio. Tutto ruota intorno a Virginia Raggi. Se l’attuale sindaco si dovesse ripresentare, allora sarebbe estremamente complicato un accordo tra Pd e M5s. A quel punto i dem dovrebbero affrontare i pentastellati come rivali. Già, ma il Pd su chi dovrebbe puntare? Per la candidatura al Campidoglio nei giorni scorsi era circolato il nome dell’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un esponente di spicco e figura nota per il ruolo che ha coperto fino a poche settimane fa. Eppure la situazione non è così semplice.

Perché secondo quanto riferisce Tpi sondaggi riservati che circolano al Nazareno circa la candidatura di Gualtieri non sono affatto buoni. L’ex ministro, come spiegano autorevoli fonti dem, sarebbe "molto al di sotto delle attese". Un risultato negativo, questo, che fa ipotizzare una uscita di scena di Gualtieri. Un altro bel guaio per il Pd.

Il partito, però, si trova ad affrontare anche la questione segretario. Stando ad indiscrezioni riportate da Tpi la partita, però, potrebbe essere chiusa. "Renzi fa la mossa del cavallo? E noi rispondiamo col colpo del cartoccio", avrebbero spiegato dalle parti dell’ormai ex segretario dem. Il nome che metterebbe molti d’accordo nel Pd sarebbe quello di Enrico Letta. L’ex premier è “autorevole, antirenziano, aperto alle alleanze coi 5 Stelle. Ha un ottimo rapporto con Zingaretti, lo ha pure votato alle primarie. È perfetto. Perfetto”.

Le stesse fonti, sempre secondo il resoconto di Tpi, avrebbero spiegato che eventuali dichiarazioni spettano a ZIngaretti, ma al momento si può dire "che le cose vanno bene. Molto bene". Dallo staff vicino all’ex segretario, però, le bocche sono cucite. Quella di Letta è una proposta della maggioranza che ha retto il partito fino ad ora: Zingaretti, Franceschini, Orlando. E Base Riformista, la corrente considerata più filo renziana, dovrà starci. "La mossa di Zingaretti li ha scoperti: Bonaccini, Gori, Marcucci, Nardella non posso più continuare ad attaccare il Pd, almeno per un po’", hanno spiegato i dem zingarettiani che poi hanno aggiunto che "Letta farà il segretario fino al 2023. E il prossimo anno farà un congresso tematico, proprio quello che aveva proposto Nicola. Ma ora nessuno potrà dire più nulla. A partire da Base Riformista".

E proprio questa corrente ad essere nel mirino dei zingarettiani. Questi ultimi hanno evidenziato che di "Base Riformista bisogna anche dire che contano molto poco in assemblea. Non arrivano neanche a 100 delegati su oltre 1.100. Orfini poi ne ha solo 4". Una rivincita per gli avversari dell’ex rottamatore.

Nella maggioranza di Zingaretti emerge anche una previsione: "Bonaccini ha capito che mettendosi a capo della mozione ‘Torna a casa Renzi’ non va da nessuna parte.

Ora farà finta di stare con Letta, ma il suo obiettivo è sempre quello di far rientrare Matteo e la Boschi al Nazareno. Ma con Letta sarà difficile". I giochi in casa Pd sembrano fatti. Ma in politica mai dire mai.

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