Putin vuole spegnere l'Ucraina e da qualche giorno missili e droni si stanno accanendo contro le centrali elettriche della Dtek Energo, azienda privata che dalla scorsa estate, dopo i danni causati dal conflitto soprattutto nell'area di Zaporizhzhia, gestisce buona parte della fornitura di energia del Paese. «Sono degli assassini, terroristi - spiega il Ceo del gruppo Maksym Timchenko - Noi faremo l'impossibile per sostenere il governo e i cittadini. Non è più una questione di soldi, ma di sopravvivenza».
I bombardamenti sulle infrastrutture energetiche hanno messo in ginocchio la capitale Kiev. Il sindaco Vitaliy Klitschko non esclude la possibilità di un blackout totale a causa della mancanza di elettricità, riscaldamento, acqua, comunicazioni, e invita i residenti a fare scorte di cibo o trasferirsi temporaneamente fuori città. «È un genocidio energetico - sostiene l'ex pugile - ma resisteremo». Gli fa eco, su twitter, il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak: «Ne verremo a capo, il piano di protezione è semplice e prevede difesa aerea, protezione degli impianti infrastrutturali, ottimizzazione dei consumi». Le dichiarazioni di giornata sembrano più che altro un modo per cancellare un pizzico d'angoscia tra la popolazione. Secondo il New York Times, Kiev avrebbe infatti iniziato a pianificare l'evacuazione dei 3 milioni di residenti. Operazione che però non sarebbe imminente, almeno dalle dichiarazioni rilasciate da Roman Tkachuk, capo del dipartimento di sicurezza della capitale. «Siamo pronti a varie opzioni, è necessario avere un piano per tutti gli scenari possibili».
A restare al buio è anche la regione di Kherson, partendo da Beryslav, dove l'esercito ucraino ha lanciato nei giorni scorsi un'importante controffensiva che ha costretto le truppe di Mosca ad arretrare. Per tutta risposta, i soldati russi hanno colpito la centrale idroelettrica di Kakhovka, a 70 km a nord di Kherson, danneggiando anche tre tralicci di cemento che trasportavano linee ad alta tensione sulla direttrice Berislav-Kakhovka, creando un black out senza precedenti.
Mosca rispedisce le accuse al mittente, sostenendo di avere le prove di un attacco alla diga messo a segno dagli ucraini con sei razzi Himars. Che la situazione militare non sia favorevole agli occupanti nella regione di Kherson lo si evince dai dispacci di campo degli stessi russi. In uno di questi si legge che le forze armate ucraine stanno concentrando un gran numero di carri armati e veicoli blindati negli accessi alla regione.
Mosca nel frattempo continua a inviare battaglioni di riservisti alla base bielorussa di Baranavichi, 190 km dal confine con l'Ucraina. La creazione di un raggruppamento regionale congiunto di Putin e Lukashenko starebbe procedendo a un ritmo abbastanza veloce. Gli analisti sostengono che all'inizio del 2023 i russi attaccheranno via terra dalla Bielorussia. E sempre a proposito di Putin, circola la voce di un riferimento alle armi nucleari in una telefonata col presidente francese Macron. Il leader del Cremlino avrebbe detto che «la seconda guerra mondiale è finita con Hiroshima. Non bisogna colpire grandi città per ottenere la resa».
Nella 256esima giornata di combattimenti, gli uomini del comandante Zaluznyj hanno tentato offensive (respinte) in buona parte di Lugansk e Donetsk. Nel settore di Krasny Liman, 100 soldati ucraini sarebbero stati eliminati, ha riferito Mosca, confermando l'avvicendamento tra i generali Lapin e Linkov alla guida delle operazioni.
Le truppe di Kiev hanno aperto il fuoco nella regione di Kharkiv, nel settore di Mykolaiv e di Kryvyi Rih e nella regione russa di Belgorod, bombardando un deposito di petrolio. A Vorozhba (oblast di Sumy) gli invasori hanno danneggiato la linea ferroviaria.
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