La politica si prepara ad affrontare un appuntamento cruciale che, proprio per la sua importanza, avrà inevitabilmente riflessi sullo scenario politico nazionale: il prossimo febbraio prenderà il via la partita per il Quirinale. Il mandato dell'attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella, scadrà il 31 gennaio del prossimo anno e già da qualche settimana è partito il toto-nomi per capire chi potrebbe succedergli alla guida del Colle. Occhio, però, alle possibili nuove alleanze che potrebbero venirsi a creare. In tal senso Matteo Renzi ha fornito un'importante indicazione smorzando gli entusiasmi di una certa sinistra convinta di prendere decisioni in totale autonomia.
L'asse Renzi-centrodestra
Il leader di Italia Viva, intervistato da La Repubblica, ha parlato della corsa al Colle e senza nascondersi non ha escluso un possibile asse con il centrodestra. "Una convergenza? Non solo è possibile, ma probabile", ha dichiarato il numero uno di Iv. Il quale si è detto convinto del fatto che il prossimo presidente della Repubblica verrà eletto "insieme al centrodestra, certo, e insieme al centrosinistra, come prevede la filosofia del ruolo".
Il suo intento è quello di arrivare a un accordo di tutti o comunque di tanti. D'altronde è proprio questo il sale della politica, specialmente per un appuntamente fondamentale come quello del Quirinale: "Non serve una contrapposizione, ma dialogo con tutti. È politica".
Un Mattarella bis?
Tra le varie ipotesi c'è quella di un Mattarella bis, anche se in realtà l'attuale capo dello Stato più di una volta ha fatto sapere di non essere interessato a un secondo mandato. Dunque, almeno per il momento, non ha avanzato una sua candidatura. Anche su questo fronte Renzi è stato chiarissimo: "Lasciamogli completare il mandato senza inserirlo nel tritacarne dei nomi. Ogni ragionamento ora è prematuro e fuorviante".
Se Draghi va al Quirinale...
Con il passare dei giorni si fa viva l'ipotesi di vedere Mario Draghi eletto prossimo presidente della Repubblica. Il leader di Italia Viva ritiene che possa svolgere questo ruolo "con autorevolezza e prestigio", ma in questo momento è "inutile tirarlo per la giacchetta".
Tutti però sanno che l'approdo di Draghi al Colle farebbe automaticamente innalzare le possibilità di elezioni anticipate. Nel 2022 si potrebbe quindi tornare alle urne. Uno scenario confermato dal leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e braccio destro di Matteo Salvini: "Non vedo come il governo potrebbe andare avanti. A quel punto servirebbe un governo che possa legittimarsi dal mandato popolare".
Massimiliano Scafi, in un'esclusiva pubblicata su ilGiornale in edicola oggi, parla di una battuta che Draghi avrebbe fatto a Mattarella
giovedì sera a cena al Quirinale. Più o meno così: se resti tu, resto anche io. Il capo dello Stato si sarebbe limitato a sorridere. Chissà se in particolari condizioni potrebbe cambiare idea e accettare un secondo mandato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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