Malissimo hanno fatto quei grillini e quei leghisti, assenti ingiustificati durante il discorso di Mario Draghi, forse per non doverlo approvare - cosi come ha fatto bene l'opposizione di Fratelli d'Italia a sostenerlo. Gli assenti avrebbero potuto imparare una lezione di filosofia della storia, impartita dal premier. Che ha capito benissimo, quanto il 24 febbraio, giorno dell'invasione dell'Ucraina, sia una data di svolta, dopo la quale nulla è più come prima. È finito il post guerra fredda, l'età della globalizzazione e dell'illusione che il mercato e gli scambi avrebbero inglobato la politica, a cominciare da quella di potenza degli stati. Non a caso nel discorso del premier la parola «illusione» è ricorsa più volte: ci siamo illusi in particolare che la guerra fosse uscita dall'orizzonte della storia, che la democrazia e la libertà fossero al sicuro. Per la verità, la crisi del 2011, poi la Brexit e molto altro avevano incrinato questo ordine: che però ora crolla anche sul piano delle relazioni internazionali. È una nuova epoca di iron and blood, sangue e acciaio, diversa anche dalla guerra fredda, dotata di regole non scritte, che il neo imperialista Putin ha violato. In questa nuova era, la prima cosa da non fare è cedere ai ricatti imperialistici russo (e, dietro, cinese). Concedere, soprattutto ora, sarebbe fatale. Lo ha ben rimarcato Draghi, che appare cosi il premier della Ue più vicino alle ragioni dell'anglosfera, alla Uk di Boris Johnson e agli Usa di Biden. Mentre Macron e Scholz sembrano ancora riluttanti, come sospinti da un vento che loro, e soprattutto il tedesco, sono costretti a seguire per inerzia ma che non hanno capito ancora dove conduca. Già, dove conduce? Questo Draghi non l'ha detto ma è facile capire in che direzione. Si va e si deve andare verso l'aumento delle spese militari, e soprattutto verso la costruzione di una forza di difesa europea. Si va e si deve andare verso l'abbandono definitivo del patto di stabilità. Quando sei in un'epoca dei guerra, e fai fronte a una minaccia di carattere espansionistico come quella russa, non puoi guardare ai bilanci. L'epoca della guerra fredda fu anche quella della grande spesa pubblica, non per caso.
Si va e si deve andare verso il superamento della contrapposizione tra europeisti e euroscettici, appartenente a un'altra epoca. Dopo il 24 febbraio i sovranisti devono diventare europeisti, e i vecchi europeisti, sovranisti. Come Draghi nel discorso di ieri.
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