
Quando si legge che una persona è morta in poche settimane o in pochi mesi per un tumore maligno, cattivo, aggressivo e insensibile alle cure, che in poco tempo ha invaso l'organismo e determinato l'esito letale, è leggere sempre un messaggio errato e fuorviante che viene comunicato e diffuso, e che condiziona fortemente l'opinione pubblica, perché in ognuno di questi casi il decesso del paziente è semplicemente dovuto ad una diagnosi troppo tardiva, quando la scoperta della neoplasia è stata certificata in fase già troppo avanzata, o addirittura terminale per sperare in una cura idonea o in una guarigione impossibile.
Non c'è niente di più falso, scientificamente parlando, che sostenere tesi infondate di neoplasie improvvise, brevi e fulminanti, poiché non esistono tumori maligni che colpiscono in tempi brevi a tradimento, che corrono veloci infiltrandosi in silenzio in molti organi vitali, portando rapidamente a morte il soggetto, perché purtroppo si tratta sempre di pazienti arrivati tardivamente all'osservazione clinica, quando ormai il loro destino era già segnato.
È necessario informare, sottolineare e ribadire che tutti i tumori umani, nessuno escluso, crescono lentamente, il tempo di raddoppio delle loro dimensioni è lo stesso identico per ogni tipo di tumore, indipendentemente dal loro volume, dall' organo di origine e dal tipo istologico. Una singola cellula tumorale infatti, per replicarsi e sviluppare una neoplasia della dimensione di 1 centimetro di diametro, il limite minimo perché si possa identificare radiologicamente e strumentalmente, deve raddoppiarsi almeno 30 volte, in un periodo calcolato di circa 5 anni, dopo di che la sua crescita diventa esponenziale. E questo termine significa che tutte le lesioni maligne, di almeno 1 centimetro di volume, presentano un tempo di raddoppio delle loro dimensioni compreso tra un mese e un anno, per cui, se non diagnosticate e non curate, raggiungono presto grandezze maggiori. Questo vuol dire che ogni tumore maligno, per la sua crescita, ha un tempo di latenza molto lento prima della sua evidenza radiologica e clinica, ovvero una finestra temporale molto importante dal momento della sua insorgenza a quello in cui si può scoprire, un periodo prezioso per scovare il malefico nodulo, in qualunque organo sia cresciuto, in tempo utile per rimuoverlo chirurgicamente e considerare guarito il paziente.
La prima fase dello sviluppo di un tumore consiste in una mutazione di una sola singola cellula, ovvero una alterazione del suo materiale genetico che la trasforma in cellula cancerosa, e tale processo può essere casuale tra i milioni di cellule in replicazione quotidiana, oppure essere causata dall'esposizione esterna ad una sostanza riconosciuta come cancerogena. Naturalmente il nostro sistema immunitario ogni giorno riconosce la presenza di cellule anormali come per esempio le tumorali e le elimina regolarmente, tuttavia, per ragioni ancora sconosciute, qualcuna di esse sfugge alla immunosorveglianza e comincia a proliferare, dando origine alla massa tumorale, la quale sfugge al controllo e non viene più riconosciuta come ostile o dannosa dalla difesa immunitaria, continuando indisturbata a proliferare. Il tempo di duplicazione della massa tumorale, pur piccola che sia ma che abbia superato la dimensione di 1 centimetro, può variare a seconda del tipo di tumore e delle sue caratteristiche specifiche, per cui per esempio, nel caso del cancro della mammella, il tempo di raddoppio della lesione iniziale è di circa 2 mesi, per il cancro del polmone, lo stesso tempo di raddoppio va dai 3 ai 5 mesi, per quello del colon-retto lo stesso è di 6 mesi, mentre per il carcinoma prostatico è di circa 3 mesi, tenendo comunque presente un margine di variabilità da soggetto a soggetto, visto che, nel caso della prostata, è stato accertato che debbano trascorrere oltre 10 anni prima che tale neoplasia si manifesti clinicamente.
Il tempo di silenzio di ogni tumore, ovvero quello che impiega una lesione neoplastica neonata, ancora nascosta e asintomatica, prima di manifestarsi nel paziente ignaro del suo sviluppo all' interno del suo corpo, rappresenta la famosa finestra temporale che va dalla sua insorgenza ancora minimale alla evidenza clinica, la quale se scoperta per tempo può risolvere molto facilmente tale patologia, anche se può variare per altri tipi di neoplasia, come il tumore del testicolo o il linfoma dell'adulto, il cui tempo di raddoppio può arrivare addirittura a 20 mesi.
Ma perché tale periodo di crescita esponenziale è considerato così importante nella clinica oncologica? Perché nella fase di crescita iniziale o avanzata, quando non viene individuata in un qualsiasi tipo di tumore, il processo più temuto è quello in cui alcune cellule tumorali, in un certo momento non prevedibile, si staccano dalla lesione primitiva e si diffondono nell'organismo per via linfatica od ematica, andando ad attecchire e colonizzare altri organi, spesso quelli definiti vitali (cervello, polmone, fegato i principali), replicando negli stessi lesioni identiche al tumore primitivo, sviluppando le famose metastasi, ovvero piccoli cloni del tumore primario o primitivo, una condizione che implica una malattia ormai generalizzata e sistemica, una patologia cronica considerata difficilmente guaribile.
Il fatto che un nodulo tumorale di incerta valutazione si sviluppa lentamente, in un tempo di raddoppio delle sue dimensioni compreso tra un mese e un anno, implica che se lo stesso nodulo individuato tramite ecografia, radiologia o tac raddoppia il proprio volume in meno di un mese, oppure che lo stesso abbia mantenuto il suo diametro stabile per più di 1 o 2 anni, tale risultato indirizza senza dubbio verso la ipotesi benigna della lesione, che verrà confermata dall' insostituibile esame istologico eseguito tramite ago aspirato o biopsia. Proprio perché le lesioni maligne, ormai è accertato, non arrestano mai la propria crescita, che sì è lenta ma progressiva, che diventa presto esponenziale, e tendono a prevalere prima o poi sui tessuti ancora sani, limitrofi o lontani che siano.
Scoprire o individuare una lesione neoplastica al suo stadio iniziale, quando le sue dimensioni non oltrepassino il massimo consentito dei 2,5 centimetri di diametro, e soprattutto quando lo stesso tumore primitivo non abbia sviluppato metastasi in altri organi, per cui si ritiene rimovibile chirurgicamente, è un indice di ottima probabilità di guarigione del paziente portatore, mentre nei casi in cui la malattia evidenzia segni di diffusione sistemica, la situazione resta sempre complicata e la prognosi incerta.
Il messaggio di tale informazione medica è quello di sottolineare l'importanza della prevenzione, uno screening che deve essere richiesto quando il soggetto è apparentemente sano, quando cioè non presenta disturbi di sorta e non pensa di essere affetto da alcun tipo di tumore, poiché una colonscopia, un Pap-Test, un Psa o una mammografia eseguita regolarmente dopo i 40 anni possono salvare centinaia di vite.
L' American Cancer Society, la società statunitense sui tumori, ha stabilito da anni le linee guida per lo screening che vengono ampiamente impiegate dalla maggioranza della popolazione, mentre in Italia, facendo conoscere e diffondere tra la popolazione i tempi lenti dello sviluppo delle neoplasie, se tutti i cittadini si sottoponessero a tali test clinici regolarmente, si ridurrebbe il tasso di mortalità dei tumori più diffusi del 50% in dieci anni, un record che non andrebbe sottovalutato, soprattutto in un'epoca in cui il cancro risulta ancora in vetta alle classifiche di letalità del nostro Paese.
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