L'attacco alla Basilica di Notre Dame a Nizza dimostra come «il nome di Dio» venga «oltraggiato nel modo peggiore», diventando «emblema di crudeltà e morte». Occorre rispondere all'odio con la forza della preghiera. Dura condanna dell'attentato avvenuto due giorni fa nella Chiesa francese arriva dal Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, fortemente impegnato nel dialogo interreligioso e nel costruire ponti tra Oriente e Occidente tra le differenti fedi. «In un tempo drammaticamente segnato dalla pandemia, si inserisce il tragico evento di ieri che, ancora una volta, ci lascia attoniti per l'assurda e terribile carica di violenza che lo caratterizza e perché compiuto in nome di Dio. Fatti come questo, espressione d'odio e che alimentano un clima sociale di paura e sospetto reciproco, tendono a ripetersi in modo inquietante».
Il killer ha urlato «Allah Akbar», l'ennesimo episodio di «guerra nel nome di Dio»...
«In tale gesto, ancora una volta, il nome di Dio è oltraggiato nel modo peggiore; Dio, creatore e custode della Vita degli uomini, diventa emblema di crudeltà e morte mentre Dio è e rimane Amore, Perdono e Misericordia. La nostra società, soprattutto in questo periodo, ha bisogno di sicurezza; dobbiamo poterci fidare gli uni degli altri. Le nostre città hanno bisogno di persone che esprimano un'appartenenza religiosa ad un tempo coerente, paziente, coraggiosa e che sappiano tessere relazioni veramente umane, promuovendo la propria vita e quella degli altri».
Come rispondere di fronte a simili atrocità?
«Tutti i credenti sono chiamati a recuperare le ragioni della comune fraternità perché solo così sapranno vivere relazioni sociali nel rispetto reciproco, anche quando gli altri hanno una storia differente dalla nostra.
Nessuno tra i credenti, di qualsiasi fede, soprattutto oggi, deve sottrarsi a questo impegno che è una fondamentale scelta di vita. È in gioco il futuro delle nostre convivenze. Al cristiano, operatore di pace nella verità, rimane sempre la forza della preghiera».
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