«Noi abbiamo una proposta migliore e concreta che siamo pronti a mettere a disposizione». È la reazione del Terzo polo dopo la riforma del Codice degli appalti approvata ieri in Consiglio dei ministri. In particolare è Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato, a spiegare in cosa consiste la proposta.
Perché contestate la riforma Salvini?
«Il Codice degli appalti proposto dal leader della Lega è profondamente sbagliata, perché non può semplificare visto che è composta da 229 articoli».
Qual è la vostra proposta?
«Abbiamo in mente un pacchetto per velocizzare gli interventi. Il primo livello su cui intervenire è quello autorizzativo. Come secondo punto proponiamo di passare dai tre livelli attuali (preliminare, definitivo ed esecutivo) al superamento strutturale di uno dei livelli di progettazione alla stregua di utilizzo più costante dell'appalto integrato, cioè una forma di progetto che consente una responsabilizzazione del soggetto attuatore che realizza l'opera. Una azione che consente di risparmiare tempo e denaro. Infine, il terzo livello su cui proponiamo di intervenire è il tema dei possibili ricorsi che frenano la realizzazione dell'opera. Da un lato servono norme per garantire i diritti legittimi, dall'altra è necessario che l'opera vada avanti, perché spesso le infrastrutture in oggetto sono vitali per la popolazione, come ad esempio mettere in sicurezza l'alveo di un fiume. Non esistono opere di serie A o serie B, tutte quante sono fondamentali per tenere unito il tessuto sociale di un paese».
Quali rischi individuate?
«Il rischio è che con questa riforma gli imprenditori scappino dal nostro Paese, perché c'è troppa confusione.
Noi di Azione Italia Viva invece abbiamo un pacchetto di proposte chiare e siamo disponibili a metterlo a disposizione a patto che fermino Salvini. Lo chiediamo per il bene dell'Italia e per la credibilità del nostro Paese».
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