Un piatto con nove poltrone da mettere sul tavolo delle trattative per convincere gli anti-contiani a mollare il M5s e far partire il Draghi bis. È l'ipotesi a cui lavorano fianco a fianco il ministro degli Esteri Luigi di Maio e pezzi del Pd. Si tenta l'affondo finale contro Conte, Casalino e Taverna a 24 ore dalle comunicazioni in Parlamento del premier dimissionario Mario Draghi. Nel Movimento sta andando in scena uno scontro durissimo sulla linea politica. I Cinque stelle sono spaccati in due tronconi. I contiani vogliono rompere e correre verso il voto anticipato. C'è una fetta di parlamentari, non solo i governisti, guidata dal capogruppo Davide Crippa che di andare a casa non ne vuole sapere. E che si prepara a dire sì alla fiducia sulla risoluzione di sostegno politico alle comunicazioni del premier. La scissione è solo questione di ore. L'arma del corteggiamento è infallibile: l'offerta di poltrone nel futuro esecutivo. Uno scenario concreto. Se il Ms5 strappa e va all'opposizione, si profilano due strade: voto o Draghi bis. Nella seconda ipotesi c'è da convincere il presidente del Consiglio a ritirare le dimissioni. C'è un solo modo per farlo: dimostrare l'estinzione parlamentare del Movimento di Conte. Serve però un'operazione di svuotamento dei gruppi da mettere in atto con la distribuzione delle nove poltrone, occupate oggi da ministri, vice e sottosegretari del Movimento. In palio ci sono le tre caselle nell'esecutivo: i ministri Stefano Patuanelli (Agricoltura), Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Federico D'Incà (Rapporti con il Parlamento) dovrebbero rassegnare le dimissioni. Insieme a loro si dimetteranno anche i sei sottosegretari: Cosimo Sibilia (Interno), Giancarlo Cancelleri (Infrastrutture), Alessandra Todde (viceministro Sviluppo Economico), Rossella Accoto (Lavoro), Barbara Floridia (Istruzione), Ilaria Fontana (Transizione ecologica). La pattuglia grillina di ministri e sottosegretari è già con la valigia pronta. Da giovedì potrebbe essere ufficialmente fuori dall'esecutivo. Sul tavolo è libero il pacchetto con le nove poltrone per far campagna acquisti e svuotare i gruppi pentestellati. E così magari Riccardo Fraccaro potrebbe essere tentato dall'addio pur di riprendere una poltrona al governo. Stesso discorso per l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede (oggi su posizioni filo Conte). Il capogruppo (ancora per qualche ora) Davide Crippa potrebbe prendere il posto di Federico D'Incà.
È uno scenario tutto in divenire. Però l'ipotesi di un Draghi bis con mini-rimpasto non è da escludere. Si lavora sul perimetro della maggioranza: fuori il M5s dentro la corrente di Crippa e Buffagni. Che diventerebbero i nuovi responsabili.
Ovviamente tra i transfughi, ci sono ministri e sottosegretari uscenti che sperano (mollando Conte e votando la fiducia) nella riconferma. Ma in caso di rimpasto l'esito è imprevedibile. I governisti temono la doppia beffa: fuori dal M5s e dal governo.
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