Il nuovo antisemitismo è quello esploso a sinistra fra cortei e centri sociali

Gli intellettuali ebrei: "Il vero problema oggi è chi rivendica l'odio anti-Israele"

Il nuovo antisemitismo è quello esploso a sinistra fra cortei e centri sociali
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Antisemitismo a due velocità. Scorie nostalgiche a destra. Pervasività strisciante a sinistra. Per capire come gli ebrei italiani abbiano più paura dell'odio mascherato da sostegno ai palestinesi rispetto alle frasi antisemite dei giovani di Fdi captate da Fanpage, basta leggere l'intervista rilasciata a La Stampa da Riccardo Pacifici, esponente importante dell'ebraismo italiano, ex presidente della Comunità Ebraica di Roma. «L'ignoranza di quattro deficienti di Gioventù Nazionale mi fa meno paura del rischio di sopravvivenza dello Stato di Israele e l'odio antiebraico a prescindere che vedo a sinistra», dice Pacifici, attualmente vice presidente dell'European Jewish Association. Un'ondata di odio che monta dal 7 ottobre, quando i terroristi di Hamas hanno fatto strage in Israele. Ultimo episodio: gli ebrei della comunità Lgbt, il 15 giugno, sono stati costretti a disertare i Gay Pride di Roma, Milano e delle principali città italiane. Motivo dell'assenza? «I crescenti timori di aggressioni dovuti al clima d'odio attorno alla nostra partecipazione», ha spiegato Raffaele Sabbadini, tra i fondatori dell'associazione Keshet Italia, che riunisce gli ebrei Lgbt. Al corteo romano è spuntata pure l'immancabile bandiera palestinese. Il tutto nel silenzio di Elly Schlein, Giuseppe Conte e degli altri leader della sinistra. Come sottolinea Pacifici, anche il 25 aprile gli ebrei sono stati ostaggio di collettivi e centri sociali. A Roma, il giorno della Liberazione, basta ricordare l'urlo «Yahudi Kalb», che in arabo vuol dire «Ebreo cane», lanciato dagli antagonisti contro la Brigata Ebraica. Qualche mese prima, giornata della Memoria, a Milano c'erano stati i fischi e gli insulti dei Pro-Pal a un ragazzo che aveva semplicemente esposto dal suo balcone un cartello con la scritta «Free Gaza From Hamas». Poi Matteo Lepore, sindaco Pd di Bologna, che si alza durante la seduta solenne in Consiglio Comunale in ricordo della Shoah.

Tra odio e silenzio. Come quello dei leader della sinistra di fronte agli insulti contro Israele e gli ebrei arrivati dal fisico del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti, vicino da sempre alla sinistra radicale. «Preferirei la destra del Rassemblement all'antisemitismo del Fronte Popolare», dice al Corriere della Sera il filosofo ebreo francese Alain Finkielkraut, intervistato sulle prossime elezioni in Francia. «L'estrema sinistra è fortemente antisemita sul piano politico e la sinistra che vuole essere moderata fiancheggia, in qualche modo si adegua», denuncia al Giornale Ugo Volli, semiologo allievo di Umberto Eco, figura eminente dell'ebraismo italiano. «Il comportamento politico della sinistra è molto fortemente ostile a Israele e agli ebrei e ne mette in pericolo la loro sicurezza e la loro esistenza», continua Volli. Uno stillicidio che abbiamo potuto osservare anche nella giornata contro la violenza sulle donne. Con le ebree rimaste fuori dai cortei e nessuna menzione da parte delle femministe degli stupri delle donne israeliane il 7 ottobre. I cortei Pro-Palestina, dominati dalla sinistra estrema, sono ormai ricettacolo di elogi ad Hamas, motti Jihadisti, canzoni antisemite in arabo.

A sinistra c'è «una politica che conta in maniera più o meno irresponsabile e irrealistica di recuperare un consenso dell'immigrazione musulmana proteggendo atteggiamenti anti israeliani e antisemiti», riflette Volli. Nel silenzio di Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni.

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