Indagata per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Indagata per odio, la scrittrice Cecilia Parodi (foto). L'aveva chiamato proprio così, lei stessa, quel suo sentimento di traboccante ostilità che mostrava in quel video pubblicato sui social poco meno di due mesi fa, e poi eliminato. Un video che la ritraeva durante uno sfogo legato alla guerra in Medio oriente: «Odio tutti tutti gli ebrei, odio tutti gli israeliani, dal primo all'ultimo - scandiva e ripeteva in lacrime - odio tutti quelli che li difendono».
Un odio antiebraico, dunque, o antisemita. Un sentimento che non poteva e non doveva passare inosservato, proprio mentre i rapporti di mezza Europa ravvisano un allarmante aumento dell'antisemitismo. Per quell'uscita, la Procura di Milano ha iscritto la scrittrice sul registro degli indagati. Il pubblico ministero Leonardo Lesti, ha aperto il fascicolo dopo le denunce riferite a quel video delirante, e una querela era stata depositata in precedenza da Vincenzo Saponara, legale della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, in seguito a un post ostile della stessa scrittrice-attivista. Una denuncia querela per il video era stata annunciata dal console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai. Parodi infatti non si era mai del tutto scusata, ma aveva giustificato il suo sproloquio come una sorta di crollo «nervoso». E Carrai rispose chiedendo se fosse in base allo stesso stato emotivo che gli aveva rivolto un messaggio - evidentemente non amichevole - via social.
Un'altra iniziativa legale, dopo il video dell'«odio», era stata adottata - a quanto risulta - dall'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche, e nei giorni successivi erano circolati gli «screenshot» di commenti in cui Parodi dichiarava di «amare immensamente» Sinwar, leader di Hamas.
Come si ricorderà, il caso suscitò, comprensibilmente, un grande scalpore e molte reazioni, fra le quali quelle degli esponenti politici del centrodestra che si impegnarono a chiederne conto di fronte alla commissione Anti discriminazione e odio, presieduta proprio dalla senatrice Segre. Anche Italia Viva, con Raffaella Paita, annunciò un'intenzione analoga, dicendosi «allibita dalla scelta di Cecilia Parodi come oratrice al convegno Dialogues for Gaza». «Queste posizioni estremiste - ammoniva la senatrice - non devono trovare spazio». Fdi parlò anche della partecipazione di Parodi a un convegno dei giovani Pd, peraltro impegnati anche in seguito - per esempio a Milano - nell'organizzazione di eventi controversi con ospiti a dir poco controversi.
Come scrittrice, Parodi aveva ricevuto parole di stima
da Michela Murgia, ma la stessa autrice sarda - nel frattempo scomparsa - aveva avuto modo di rendere pubblici i suoi sentimenti su Israele. «La penso come Hamas» aveva detto a un interlocutore, e poi fatto sapere a tutti.
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