«Putin ha seppellito la Russia, ha fottuto tutti e tutto, l'intero Paese, l'intera popolazione». Ci pensa un'intercettazione telefonica, pubblicata su Youtube il 7 marzo ma diffusa dai media ucraini e da Novaya Gazeta Europe appena qualche giorno fa, a far cadere il velo sul pensiero di un paio di oligarchi russi, che evidentemente si guardano bene dall'esprimersi liberamente sugli organi di informazione di Stato. La conversazione è attribuita al miliardario russo Farkhad Akhmedov e al produttore musicale Iosif Prigozhin. E sarebbe proprio quest'ultimo ad aver pronunciato la frase: «Non c'è dubbio che abbiano mandato a put....e il Paese», riferita al blocco di potere al comando nella Federazione russa, che definisce «feccia». «Stanno incolpando Sergey Shoigu (il ministro della Difesa, ndr) di tutto. Lo stanno chiamando un pezzo di m....a, ovviamente alle sue spalle», dice ancora l'uomo che secondo i media ucraini sarebbe Prigozhin. E che nella chiamata attacca la cerchia ristretta di Putin chiamandoli «i malavitosi in bancarotta» che si comportano come fossero «dei».
Durante la conversazione, che sarebbe avvenuta diverse settimane fa, gli interlocutori valutano la leadership russa, condividono la visione di cupe prospettive per la Russia, si mostrano spaventati dalle sanzioni e rivelano forte insoddisfazione per ciò che sta accadendo con l'aggressione all'Ucraina, evidenziando ciò che a loro avviso è l'umore prevalente tra l'élite russa. L'uomo che sembra essere l'oligarca Akhmedov prima definisce Putin «Satana» e poi consiglia a Prigozhin di «vendere tutto», lamentando che la sua carta è stata bloccata, mentre la sua barca «marcisce». «Scrivono che sono un caro amico di Putin! Fan....o. L'ultima volta che ho visto Putin è stato nel 2008».
La conversazione segna un duro colpo per il regime di Mosca. Sarebbe infatti la prova che dietro al muro di consensi per il presidente Vladimir Putin e il suo entourage si nasconde un malcontento anche fra le classi piùà agiate, oligarchi in primis, colpiti dalle sanzioni occidentali a volte anche loro malgrado. E d'altra parte anche questo è uno degli obiettivi dei provvedimenti adottati dagli Stati Uniti e dai loro alleati, Ue compresa. Far sgretolare, cioè, il sostegno che fin qui, anche solo per convenienza, ha sostenuto il Cremlino e gli uomini del potere che vi gravitano intorno.
Da parte sua, il produttore musicale Iosif Prigozhin ha già risposto, dicendo che l'audio è «falso» e che la sua presa di posizione è nota a tutti. «Tutti sono consapevoli della mia posizione politica, che è evidenziata in tutte le mie interviste e pubblici. Ma sai, mentre ascoltavo l'audio, anch'io quasi credevo di essere io», ha aggiunto, affermando che «le tecnologie odierne, le reti neurali, possono essere utilizzate per falsificare non solo una voce ma una conversazione».
A commentare la registrazione è arrivato anche il fondatore di Pmc Wagner Yevgeny Prigozhin, il proprietario della società di contractor militari che sta aiutando Putin nella guerra. Yevgeny e Iosif condividono lo stesso cognome.
E il primo, ex cuoco del presidente diventato miliardario grazie all'amicizia con Putin, spiega così l'intercettazione: «È possibile che le persone che stavano conducendo questa operazione speciale e che hanno rilasciato questa conversazione potessero pensare che fossi io a parlare». A differenza dello «sfacciato, aggressivo e irascibile» Iosif Prigozhin, Yevgeny ha preso le distanze e affermato di essere una «persona molto «calma, premurosa e non aggressiva».
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