Ong, una toga ricorre alla Consulta contro il decreto Piantedosi

Nel giudizio sul fermo della nave avvenuto a febbraio, una giudice di Brindisi rileva "non infondati profili di incostituzionalità"

Ong, una toga ricorre alla Consulta contro il decreto Piantedosi
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Nuovo assist di un giudice alle Ong: a Brindisi, il giudice Roberta Marra ha posto la questione di incostituzionalità sul fermo della nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, dello scorso 9 febbraio in base al decreto Piantedosi.

Il giudice ha ritenuto «non manifestatamente infondati profili di incostituzionalità». Fin da quando è stato introdotto il dispositivo di legge del governo Meloni per il contrasto dell'immigrazione illegale, le Ong hanno battagliato con i ricorsi, affinché si arrivasse alla Consulta per poter avere libero accesso ai porti italiani senza il rischio di incorrere in sanzioni. Il blocco di febbraio è stato effettuato sulla base della segnalazione della Guardia Costiera libica, che ha comunicato alle autorità italiane le violazioni commesse dalla nave Ocean Viking in acque internazionali.

Il giudice del tribunale di Brindisi a febbraio aveva accolto il ricorso d'urgenza della Ong, sbloccandola prima del termine dei 20 giorni stabiliti dalle autorità. Ora sarà la Consulta a esprimersi nel merito della vicenda. Nella lunga memoria difensiva degli avvocati che rappresentano la Ong, Francesca Cancellaro e Dario Belluccio, sostengono che «non può essere sanzionata una condotta che è finalizzata a salvare la vita di altri».

Il team difensivo della Ong, durante una delle udienze, ha sostenuto che gli elementi di dubbia costituzionalità nel decreto Piantedosi riguardano «il principio di proporzionalità dovrebbe sempre guidare le decisioni del legislatore quando si tratta di limitare i diritti fondamentali». Inoltre, gli avvocati della Ong sostengono che l'Italia non è legittimata a sanzionare una nave battente bandiera norvegese che opera in acque internazionali, in quanto si tratterebbe di un provvedimento incostituzionale. Se questo principio passasse, ogni nave delle Organizzazioni non governative che opera in acque internazionali e chiede il porto in Italia sarebbe legittimata a sbarcare senza incorrere in sanzioni, disponendo liberamente delle banchine in territorio italiano.

A parte la nave Mare Jonio, che batte bandiera italiana, tutte le altre sono straniere quindi, secondo la logica degli avvocati delle Ong, non sarebbero in alcun modo sanzionabili. Il compito della Consulta è quello di stabilire la compatibilità del decreto con la Costituzione italiana. «È l'intero impianto di una legge ingiusta e discriminatoria ad essere messo in discussione e questo è importante per molte ragioni.

Innanzitutto, vengono legittimati anche dal punto di vista legale i rilievi e le critiche che le organizzazioni civili del soccorso in mare hanno mosso verso questa legge inutile e dannosa», è stato il commento della direttrice generale di SOS Mediterranee Italia Valeria Taurino.

L'obiettivo delle Ong è quello di ottenere l'apertura completa dei confini italiani.

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