Onu, Meloni chiederà un Piano per l'Africa su migranti e grano. Interventi "in loco" sui centri accoglienza

Ieri mattina Lampedusa e stasera New York. In mezzo, alle 12.30 di oggi, il Consiglio dei ministri a Roma

Onu, Meloni chiederà un Piano per l'Africa su migranti e grano. Interventi "in loco" sui centri accoglienza
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Ieri mattina Lampedusa e stasera New York. In mezzo, alle 12.30 di oggi, il Consiglio dei ministri a Roma. Tre tappe legate dal comune filo conduttore del dossier immigrazione, che Giorgia Meloni vuole portare dal tavolo europeo a quello delle Nazioni Unite. Domani, infatti, si apre il dibattito generale della 78ma Assemblea dell'Onu e la diplomazia italiana presente con la premier e con il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiederà un segnale forte sul fronte della crisi migranti. Così, durante il faccia a faccia in programma mercoledì alle 16 tra Meloni e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, la premier tornerà ad affrontare la questione dei flussi, come già aveva fatto durante il loro precedente colloquio di luglio a margine del vertice Fao a Roma. Meloni non solo solleciterà un impegno per rafforzare i centri in cui si raccolgono i profughi nei Paesi di transito sulle coste del Nord Africa, ma chiederà una piattaforma politica in sede Onu che si affianchi alla realizzazione del cosiddetto piano Mattei. Un tema che in questi giorni è stato al centro delle interlocuzioni del gruppo di studio congiunto tra Palazzo Chigi e Farnesina. Che ha preparato un paper con i punti salienti di quella che dovrebbe essere l'azione delle Nazioni Unite, da realizzare attraverso la razionalizzazione di fondi e progetti già in essere presso istituti e organizzazioni in seno all'Onu: Fao, World food program e Ifad sul fronte della sicurezza alimentare, Unhcr e Iom sul versante più strettamente legato ai fenomeni migratori. Molte di queste iniziative, peraltro, sono finanziate anche dai Paesi arabi più ricchi, invitati dal governo italiano a partecipare alla Conferenza Italia-Africa organizzata a Roma per il 5 e 6 novembre.

Nel suo incontro con Guterres, insomma, Meloni anticiperà che l'emergenza Africa sarà al centro della prossima presidenza italiana del G7 e sottolineerà la necessità di un'azione dell'Onu su due direttrici: in loco e come «ombrello» politico, economico e finanziario alle iniziative che già stanno intraprendendo Italia e Europa.

D'altra parte, dopo aver incassato il sostegno della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ieri in visita a Lampedusa, dall'isola è stata la stessa premier ad auspicare «un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite», spiegando che la questione sarà affrontata «in settimana» proprio nel corso dell'Assemblea generale. Un appuntamento che per Meloni è un esordio (il suo intervento è in programma mercoledì alle 18.45), visto che lo scorso anno la riunione si tenne poco prima delle elezioni politiche e vi prese parte un Mario Draghi di fatto in carica per gli affari correnti.

Se l'arrivo di Meloni a New York è atteso per le 20 di stasera (le due di notte in Italia), già ieri a ora di pranzo è atterrato Tajani. Il ministro degli Esteri ha in programma diversi incontri bilaterali con suoi omologhi e parteciperà ad alcune sessioni di lavoro in programma all'Onu. Anche lui con l'obiettivo di concentrare la missione italiana sul tema migranti e partendo dagli esiti della Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni che si è tenuta a Roma il 23 luglio. Un approccio, quello di Tajani, che è di pieno sostegno alla linea di Meloni e spiegano dalla Farnesina, a marcare una netta distanza con Matteo Salvini di «totale ragionevolezza». La scelta del leader della Lega di evocare nuovamente il blocco navale, infatti, lascia parecchio scettico il numero uno di Forza Italia. Perché è la convinzione di Tajani insieme all'impegno europeo serve un'azione a 360 gradi per l'Africa a cui partecipino in maniera strutturale anche Onu e Unione africana.

Tema che il vicepremier vuole affrontare sia negli incontri in programma con i Paesi del Corno d'Africa (Eritrea, Somalia, Etiopia), sia nel Consiglio informale dei ministri degli Esteri dell'Ue che si tiene tradizionalmente a margine dell'Assemblea generale. Occasione in cui Tajani chiederà di sbloccare velocemente i 105 milioni di euro promessi da Bruxelles alla Tunisia di Kaïs Saïed per la gestione delle frontiere.

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