Open Arms (ri)punta sull'Italia. In Spagna multa da un milione

La Ong rifiutata da Malta torna al largo di Lampedusa Il governo iberico le ha già vietato di salvare migranti

Open Arms (ri)punta sull'Italia. In Spagna multa da un milione

G li irriducibili dell'accoglienza della nave Open Arms respinta da Malta puntano di nuovo la prua verso Lampedusa. Il fondatore della Ong spagnola, Oscar Camps, ha annunciato che sbarcherà i migranti in Italia. E il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, replica: «Avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere la Spagna. Le acque territoriali italiane sono chiuse e siamo pronti a sequestrare la nave». In realtà Open Arms non vuole tornare a casa perché dal 27 giugno il governo spagnolo gli ha intimato con una comunicazione ufficiale «che non può eseguire operazioni di salvataggio». In caso contrario rischia una multa fino a 901mila euro. Al momento, in Italia, con il decreto Sicurezza bis che deve passare ancora il vaglio del Quirinale, le sanzioni sono al massimo di 50mila euro.

Pochi giorni dopo la lettera di Madrid lo stesso Camps aveva dichiarato: «Preferisco che la nave sia fermata da Salvini e non da Pedro Sánchez (il premier spagnolo), a causa delle conseguenze economiche e legali». Una chiara ed evidente ammissione dell'obiettivo politico dei talebani dell'accoglienza, che puntano sempre sull'Italia. E confidano su una magistratura che alla fine dissequestra le navi delle Ong o trasforma chi viola le leggi, come la capitana Carola, in un'eroina grazie all'ordinanza di un Gip.

Non a caso l'ultima mossa di Open Arms, al largo di Lampedusa, è un ricorso al tribunale di Palermo «affinché i minori vengano fatti sbarcare». Il primo passo per far scendere tutti i 121 migranti raccolti al largo della Libia il primo agosto. Nell'ultima settimana Open Arms ha puntato prima sull'Italia, ma di fronte al divieto del Viminale all'ingresso nelle nostre acque territoriali si è diretta a Malta. Anche la Valletta ha detto no allo sbarco. Nel frattempo il sindaco di Valencia e di un altro comune spagnolo si erano resi disponibili ad accogliere i migranti.

Camps se ne frega e ieri mattina alla Radio catalana ha spiegato che «entreremo in Italia se avremo seri problemi a bordo». Salvini gli ha risposto «che avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere la Spagna, il Paese della Ong, che ha dato la bandiera alla nave e dove alcuni sindaci si sono esposti a favore dell'accoglienza». E aggiunto una stoccata: «Forse questi signori vogliono fare solo una provocazione politica: trasferire dei clandestini nel nostro Paese».

E soprattutto non vogliono pagare centinaia di migliaia di euro di multa per avere bellamente infranto gli ordini del governo spagnolo. Il 27 giugno Benito Núñez Quintanilla, direttore generale della Marina mercantile, ha intimato a Open Arms che «non può svolgere operazioni di salvataggio» se non «in conformità con l'autorità responsabile dell'area di ricerca e soccorso». L'Ong spagnola si rifiuta di collaborare con i libici e per gli ultimi 121 migranti non ha ricevuto il via libera da altri Centri di soccorso, tanto meno quello italiano. Dalla comunicazione del governo spagnolo, in possesso del Giornale, si scopre che nave Open Arms aveva ottenuto l'autorizzazione a salpare da Palma di Maiorca per dirigersi a Napoli, su invito del sindaco del capoluogo partenopeo e basta. Il vertice della Marina mercantile spagnola concede alla Ong solo «operazioni di salvataggio spontanee oppure occasionali». Open Arms, però, è andata appositamente a caccia di migranti al largo della Libia. Per questa violazione rischia di venire «sanzionata con multe da 300mila a 901mila euro». E al capitano può venire sospesa la licenza di navigazione.

Non solo: al punto quinto della comunicazione governativa si ricorda che Open Arms «è soggetta alle norme di polizia e navigazione spagnole, indipendentemente da dove si trova» e «alla nave può venire ordinato di rientrare in un porto spagnolo se persiste nello svolgimento di operazioni di ricerca e salvataggio senza rispettare le norme».

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