Ora Elkann visita le fabbriche per rassicurare sulla svolta. Il dopo Tavares è già iniziato

Il presidente in tour alla Maserati di Modena. Il direttore finanziario: "Divergenze con l'ex ad"

Ora Elkann visita le fabbriche per rassicurare sulla svolta. Il dopo Tavares è già iniziato
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«L'aria è cambiata, questo è importante, anche se rimane molta incertezza. Di fatto è saltato il tappo (Carlos Tavares, ndr). Stellantis ha fatto sapere che comunicherà una nuova organizzazione interna». In sintesi è questo il risultato dell'incontro avvenuto ieri ad Amsterdam tra le associazioni europee dei concessionari Stellantis e Jean-Philippe Imparato, capo dei mercati del Vecchio continente. «Quello che ha lasciato intendere Imparato è che si apre un capitolo nuovo e cambierà l'atteggiamento del gruppo verso i dealer, ma anche i governi. E poi si attendono novità da Bruxelles sulle questioni aperte all'attenzione della presidente Ursula von der Leyen», spiega uno dei concessionari presenti al vertice.

Ieri, intanto, di rientro da Auburn Hills (Michigan), quartier generale di Stellantis Usa, il presidente John Elkann ha fatto tappa alla Maserati di Modena. Accolto dall'ad del Tridente e di Alfa Romeo, Santo Ficili, Elkann continua così il suo tour nelle realtà Stellantis in tutto il mondo. Missione, all'indomani del licenziamento di Tavares, che ha lo scopo - come sottolineato nel recente videomessaggio - di rassicurare la forza lavoro sul futuro dell'azienda.

Come negli altri stabilimenti italiani del gruppo, la situazione nello storico polo Maserati di Modena, marchio che ha appena celebrato i 110 anni dalla fondazione, è preoccupante. Un solo modello prodotto, la sportiva Mc20, e attività sospesa dal 19 al 7 gennaio prossimo. In viale Ciro Menotti il calo della produzione registrato è il più alto in Stellantis.

«La nostra industria - riconosce Elkann - sta attraversando momenti duri. Insieme, abbiamo affrontato numerose sfide in passato e le abbiamo già trasformate in opportunità a vantaggio di tutti coloro che lavorano con noi, sia internamente sia esternamente: colleghi, concessionari, clienti e fornitori, oltre alle istituzioni. Credo fermamente che in questi frangenti sia necessario rimanere uniti e, per questo motivo, ho deciso di essere accanto alle nostre persone e di recarmi presso la storica sede di Maserati a Modena». «Sono felice di accogliere il presidente Elkann a Modena - il saluto di Ficili - per incontrare le persone che fanno di questo straordinario marchio, non solo il più longevo della Motor Valley, ma anche il portabandiera di una visione unica di lusso italiano in tutto il mondo».

Intanto, continua a tenere banco la burrascosa uscita dal gruppo dell'ad Tavares. «Negli ultimi 3-6 mesi - chiarisce il cfo di Stellantis, Doug Ostermann - ci sono state crescenti divergenze, non sulle strategie a lungo termine, ma sulle priorità nel breve, sino alla fine del suo mandato a inizio 2026. Difficoltà che hanno riguardato anche il suo rapporto conflittuale con fornitori, sindacati e governi». Cosa accadrà con i dazi che Donald Trump si appresta a varare negli Usa? La risposta del cfo: «Quasi il 40% dei nostri prodotti in America del Nord è prodotto in Canada o Messico: stiamo creando contatti con l'amministrazione degli Stati Uniti, come fatto in passato, sperando di instaurare un dialogo». Quindi, il messaggio ad azionisti e mercati: «Abbiamo costruito un bilancio solido, può sostenere la situazione attuale e rispettare i range fissati sulla liquidità. Ritengo che avremo un dividendo».

Da Stellantis, che per ora naviga a vista, alla crisi di Volkswagen fra tagli di salari e prossime chiusure di impianti. «La situazione attuale è grave - avverte l'ad Oliver Blume - con nuovi concorrenti cinesi che vantano una forza senza precedenti.

La pressione sui prezzi è immensa». La replica della leader sindacale Daniela Cavallo che rappresenta oltre 660mila addetti del gruppo nel mondo: «O ci mettiamo d'accordo o le cose peggioreranno». La mobilitazione continua.

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