Raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto collettivo nel settore del trasporto pubblico locale. Dopo una maratona notturna nella sede del ministero dei Trasporti, i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa-Cisa e i rappresentanti delle aziende hanno licenziato l'intesa preliminare propedeutica alla sottoscrizione del rinnovo del contratto di lavoro per il comparto che riguarda oltre 110mila lavoratori e che era in discussione da più di un mese. A breve sarà convocato, sempre al Mit, un tavolo per la firma definitiva. Soddisfatto Salvini: «Adesso sarà onore e onere del mio ministero trovare la quadra definitiva. Se si lavora magari qualcuno mi attacca, qualcuno si offende, qualcuno polemizza però se io riesco a risolvere il problema io sono contento».
Dal punto di vista economico la pre-intesa prevede per il triennio 2024-26 un aumento complessivo nel parametro medio di 200 euro in due tranche a marzo 2025 e agosto 2026. La corresponsione dell'una tantum per gli arretrati di 500 euro a febbraio prossimo. Previsto un trattamento integrativo pari a 40 euro mensili in caso di definizione di accordi aziendali legati al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro oppure, in assenza di accordo, di 20 euro mensili, convertibili in 2 giornate di permesso retributivo. Tutto questo equivale a circa al 13% di aumento medio del trattamento economico complessivo.
Resiste invece l'idea dello sciopero che domani bloccherà anche i trasporti nel delicato settore del trasporto pubblico locale. La mediazione di Salvini anche in questo caso ha portato una modifica di quanto stabilito dal rappresentanti dei Sindacati unitari di base che intendevano incrociare le braccia dalle 21 di oggi fino alle 21 di domani. Paralizzando, in questo modo, per ventiquattro ore il trasporto locale con notevoli disagi per pendolari e non a dieci giorni dal Natale. Adesso lo sciopero, nella nuova formulazione, riguarderà la fascia tra le 9 e le 13 di domani. I treni quindi potranno subire cancellazioni o variazioni, come spiega un comunicato di Trenitalia. «Chi vorrà sciopererà - commenta il ministro -, pero metropolitane, tram, autobus e ferrovie dovranno funzionare perché milioni di italiani non possono rimanere a piedi a dieci giorni dal Natale». L'agitazione non interessa, spiegano i rappresentanti Usb, soltanto la parte economica del contratto, bensì serve a protestare anche contro «una politica che asseconda la deindustrializzazione e condanna alla turistificazione della penisola».
Sul braccio di ferro sindacati-ministro interviene anche il segretario della Cisl Luigi Sbarra. «Le norme sullo sciopero sono già codificate - dice il sindacalista - e condivise: non si possono cancellare con un atto unilaterale da parte di un ministro. Una cosa e criticare l'uso rituale e compulsivo dello strumento, un fatto che danneggia soprattutto il sindacato, ben altra cosa e mettere in discussione l'attuale disciplina che ne regola l'esercizio».
In tema di trasporto pubblico si segnala inoltre l'agitazione del personale del servizio di noleggio con conducente. Oggi non solo si fermano ma scenderanno in piazza in molte delle nostre città per protestare contro l'ultimo decreto ministeriale che li vincola alla compilazione del foglio di servizio elettronico.
All'agitazione prendono parte anche i dipendenti Uber che ricordano un recente sondaggio Swg che dice che il 64% degli italiani ritiene che l'attuale disponibilità di taxi e Ncc sia insufficiente per gestire i flussi turistici previsti.
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