Il padre di Renzi sul caso fatture false: "Non ho mai avuto bisogno del figlio premier per lavorare"

Il padre dell'ex presidente del Consiglio si difende nel dibattimento del processo, che lo vede imputato insieme alla moglie per due presunte fatture false: "Mi indigno quando sento parlare di evasione, di lavoro nero, di assurdità che non mi hanno mai riguardato. Quando mio figlio è diventato presidente della Provincia, nel 2004, la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate"

Il padre di Renzi sul caso fatture false: "Non ho mai avuto bisogno del figlio premier per lavorare"

Si è chiuso, questa mattina, a Firenze, il dibattimento del processo per due presunte false fatture che ha visto imputati Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex Presidente del Consiglio, insieme all'imprenditore Luigi D'Agostino. Le fatture considerate false e oggetto del processo sarebbero due: una da 20mila e l'altra da 140mila euro più Iva. Tutti gli imputati, nell'udienza della mattinata, hanno fornito dichiarazioni spontanee: D'Agostino, presente in aula, in forma orale e i coniugi Renzi, assenti, in forma scritta. "Quando ho visto l'importo delle fatture sono rimasto perplesso, ma i coniugi Renzi erano i genitori del Presidente del Consiglio, ho subito la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture. Dopo questo fatto non ho più avuto rapporti di lavoro con Tiziano Renzi", ha dichiarato l'imprenditore ascoltato in queste ore.

I fatti

I fatti ricostruiti dalle indagini risalgono al 2015, quando D'Agostino era amministratore delegato della Tramor, società di gestione dell'outlet "The Mall", di Leggio di Reggello, in provincia di Firenze. L'imprenditore avrebbe incaricato la società "Party" ed "Eventi 6", entrambe facenti capo ai coniugi Renzi, di studi di fattibilità per lavori all'outlet.

"Non ho bisogno del figlio premier per lavorare"

"Ho sempre lavorato e dato lavoro: non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare e chi dice il contrario mente", ha dichiarato Tiziano Renzi, in un passaggio della sua memoria. "Non c'è nessuna truffa falsa", ha proseguito, "solo tante tasse vere, tutte pagate fino all'ultimo centesimo: questo è oggettivamente esistente". E ancora: "Mi indigno quando sento parlare di evasione, di lavoro nero, di assurdità che non mi hanno mai riguardato. Quando mio figlio è diventato presidente della Provincia, nel 2004, la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate di enti pubblici, a cominciare da quello con la Centrale del Latte di Firenze. Sentirsi accusato di falsa fatturazione per chi ha sempre pagato tutte le tasse fino all'ultimo centesimo è avvilente. Ma sentirsi addirittura negato della dignità di operatore d'impresa, perché il lavoro di ideazione di campagne di marketing sarebbe inesistente è ancora peggio. Io ho sempre lavorato, ideando, inventando e progettando. Da queste idee sono nati business e posti di lavoro".

"Ho cercato di proteggere Laura"

"Pensare che adesso si possa perseuguire non eventuali crimini, non evasione, non sottrazione di denaro all'erario ma l'idea stessa del mio lavoro o il giusto compenso per il medesimo mi sempra profondamente ingiusto per chi ha sempre lavorato rischiando del suo e pagando sempre tutte le tasse", ha dichiarato Tiziano Renzi. Il padre dell'ex premier, nella sua dichiarazione spontanea, ha parlato anche della moglie: "Quando nel 2014 ho iniziato a ricevere avvisi di garanzia da varie procure d'Italia ho cercato sempre di proteggere Laura (Bovoli, la moglie, ndr) e di consentire almeno a lei di avere una vecchiaia serena, lontano dai tribunali. Quello che è successo in questi mesi lo sapete tutti". E sul suo legame di parentela con Matteo Renzi, il padre dell'ex premier ha aggiunto: "Se è un reato chiamarsi Renzi, allora sono colpevole, non c'è bisogno nemmeno di celebrare un processo. Giudicatemi, invece, per le prestazioni che ho svolto e per le tasse che ho pagato, non per il nome che porto".

La mamma di Renzi: "Non sono Lady truffa"

E la madre di Matteo Renzi, in qualità di amministratrice della "Eventi 6", si è scusata con il giudice per non essere comparsa personalmente in aula e ha dichiarato: "Ho quasi 70 anni e non ho mai avuto nessun problema con la giustizia fino agli ultimi 12 mesi, dove sono passata da cittadina a criminale incallita. Da nonna premurosa a 'Lady truffa'. Non sono abituata alle telecamere e vivo con profondo disagio tutto ciò che è accaduto. Sono una nonna di dieci ragazzi e bambini e ho vissuto con dolore il modo con il quale i media hanno descritto la mia vita. I social mi descrivono come una criminale". E ancora: "Io sono convinta di aver rispettato le leggi. Ho sempre pagato tutte le tasse. Sempre. Anche nel caso delle due fatture contestate".

Le dichiarazioni della coppia

L'avvocato Federico Bagattini, uno dei due legali dei coniugi fiorentini, ha spiegato che nelle dichiarazioni spontanee i Renzi avrebbero "sostenuto quello che i loro difensori hanno già anticipato e cioè che le due fatture sono assolutamente vere, relative a prestazioni effettivamente eseguite e che tutte le tasse e le imposte relative a questa fatturazione sono state regolarmente versate". Infine, commentando le dichiarazioni in aula di D'Agostino, Bagattini ha sottolineato che se l'imprenditore avesse ritenuto esose quelle due fatture "avrebbe dovuto non pagarle" e che "se le ha considerate esose vuol dire che la prestazione c'era".

Sia i genitori dell'ex Presidente del Consiglio, sia D'Agostino avevano rinunciato a essere esaminati dalle parti nel corso dell'udienza precedente. Il giudice, Filippo Gugliotta ha dato appuntamento al prossimo 7 ottobre per le richieste del pubblico ministero, Christine Von Borries, e la probabile sentenza.

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