La Santa Sede ha posto fine al dissidio con le autorità cinesi sulla nomina di monsignor Shen Bin, già vescovo di Haimen, che tra il marzo e l'aprile scorso si era insediato come nuovo vescovo di Shanghai tramite una decisione unilaterale del governo di Pechino e senza il consenso di Vaticano. Ieri, invece, «il Santo Padre ha nominato vescovo di Shanghai, in Cina continentale, S.E. Mons. Giuseppe Shen Bin, trasferendolo dalla Diocesi di Haimen, provincia di Jiangsu». Si risolve così una vicenda che nei mesi scorsi aveva determinato un vero e proprio «caso diplomatico» tra la Santa Sede e la Cina.
Monsignor Giuseppe Shen Bin è nato nel 1970 a Qidong, nella provincia di Jiangsu. Dopo aver compiuto gli studi filosofici a Sheshan (Shanghai) e quelli teologici a Pechino, è stato ordinato sacerdote nel '96. Nel 2010 è stato nominato alla Sede di Haimen, con il consenso delle due Parti, e consacrato vescovo. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha spiegato che «Francesco ha deciso di sanare l'irregolarità canonica, in vista del maggior bene della diocesi e del fruttuoso esercizio del ministero pastorale del vescovo».
E il Vaticano chiede ora al vescovo - che è anche presidente del «Collegio dei vescovi cattolici cinesi», non riconosciuto da Roma - di agire insieme alle autorità cinesi per «favorire una soluzione giusta e saggia di alcune altre questioni pendenti da tempo nella diocesi, come - per esempio - la posizione dei due vescovi ausiliari, mons. Taddeo Ma Daqin, tuttora impedito, e mons. Giuseppe Xing Wenzhi, ritirato».
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