«Prometto una zelante vigilanza della Chiesa per proteggere i minori e prometto che i responsabili ne renderanno conto». Un anatema fortissimo di Papa Francesco contro i preti che si sono macchiati di pedofilia. Per la seconda volta, durante il viaggio in Usa, e per la seconda volta di fronte ai vescovi americani, Bergoglio ha voluto parlare degli abusi del clero su minori, dopo aver incontrato un gruppo di vittime, scagliandosi direttamente contro i colpevoli che, assicura il Papa, la pagheranno. Un mea culpa ma allo stesso tempo un grido di battaglia, una promessa che la grande guerra contro la pedofilia nella Chiesa continuerà: «Provo vergogna per gli abusi sessuali - ha detto Francesco di fronte a 300 vescovi ospiti a Filadelfia dell'incontro mondiale delle famiglie - Questi crimini non possono esser mantenuti in segreto per molto tempo».
Tra i prelati presenti all'incontro c'era anche il cardinale Sean Patrick O'Malley, che il Papa ha chiamato a presiedere la commissione vaticana per la tutela dei minori e che guida l'arcidiocesi di Boston, città dove nel 2002 era esploso lo scandalo pedofilia che aveva portato alle dimissioni del cardinale Bernard Law, trasferito poi da Giovanni Paolo II a Roma. O'Malley ieri mattina ha organizzato un incontro fuori programma tra Francesco e alcune vittime di pedofilia, al seminario San Carlo Borromeo di Filadelfia: secondo quanto raccontato da Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, il Papa ha ricevuto «cinque persone adulte – tre donne e due uomini – che hanno subito abuso da parte di membri del clero o di membri delle loro famiglie o loro educatori, quando erano minori di età. Francesco per trenta minuti ha voluto ascoltare le storie di queste persone, le ha salutate singolarmente, ha pregato con loro, assicurando il massimo impegno della Chiesa e dicendo di provare vergogna nel caso di ferite arrecate da ecclesiastici o collaboratori ecclesiali: «I sopravvissuti all'abuso, si sono convertiti in veri eroi di speranza».
In quella sala del seminario è risuonato ancora una volta il motto «tolleranza zero» contro quegli atti già definiti da Bergoglio «simili ad una messa nera». Soltanto venti giorni dopo la sua elezione Francesco aveva voluto incontrare il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Ludwig Müller per «raccomandare che, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, si agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali». Qualche mese fa inoltre il Papa, su proposta di due membri della commissione per la tutela dei minori, Mary Collins e Peter Saunders, che da bambini furono abusati da alcuni sacerdoti, aveva istituito un nuovo tribunale per giudicare anche i vescovi che hanno insabbiato o sottovalutato le denunce contro i preti pedofili. Non è un caso che Francesco sia ieri che qualche giorno fa a Washington si sia rivolto proprio a vescovi e cardinali dicendo: «So quanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostro generoso impegno per guarire le vittime e per continuare a operare affinché tali crimini non si ripetano mai più».
Il Pontefice ha toccato anche un altro tema, quello del matrimonio, invitando i prelati alla cura e al sostegno della famiglia,
sottolineando la sempre maggiore resistenza dei giovani a sposarsi: «Ci sono tanti che rimandano il matrimonio in attesa delle condizioni di benessere ideali - ha ricordato Francesco - Intanto la vita si consuma, senza sapore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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