Parisi gira l'Europa per spiegare le ragioni del No al referendum

Il tour per rassicurare investitori e cancellerie: "Renzi sconfitto? Non ci sarà alcun caos"

Parisi gira l'Europa per spiegare le ragioni del No al referendum

nostro inviato a Fiuggi

Un tour all'estero per rassicurare investitori e cancellerie europee. Ecco la campagna d'autunno di Stefano Parisi, intenzionato a far passare un messaggio chiaro anche oltre i confini nazionali: «Se vince il No al referendum non ci sarà alcun caos».

Mister Chili Tv, di fatto in campo per il centrodestra, cercherà di smontare la tesi di Renzi secondo la quale se non passano le riforme costituzionali in Italia partirà la speculazione finanziaria. Balle: nessuno spread che s'impenna; nessuna instabilità politica; nessun Pil in picchiata; nessuna immagine di un'Italia incapace di modernizzarsi. La tesi di Renzi, furba ma bislacca, ha la stampella malferma di uno studio apocalittico di Confindustria. Analisi che Parisi respinge con durezza. Lo ha già specificato qui, in Patria; e lo ribadirà anche all'estero in una serie d'incontri che sta mettendo in agenda per le prossime settimane. Parisi dirà che non è vero che se vince il No cadrà il governo e si andrà a nuove elezioni, confermando che l'Italia è incapace di cambiare. Un cliché, questo, che di solito allontana gli investitori con la diretta conseguenza di far ripiombare il Paese in recessione e far schizzare in alto gli indici che misurano povertà e tassi di disoccupazione.

Per l'ex manager non accadrà nulla di tutto ciò: al massimo cadrà Renzi ma un minuto dopo si potrà fare un nuovo governo molto più stabile e serio di quello attuale. Gli investitori, pertanto, non devono spaventarsi. L'idea di Parisi è che, se gli italiani bocceranno il ddl Boschi, non ci sarà alcun dramma, anzi; sarà l'occasione per rimettere il Paese in carreggiata. Ecco come: con una legge di un paio di articoli, si potrebbe abolire realmente il Senato e far nascere un'Assemblea Costituente per fare le riforme e una nuova e più chiara legge elettorale.

Un po' per formazione, un po' per il suo passato da manager di grande aziende, Parisi ha molti contatti con ambienti finanziari all'estero; inoltre ha entrature e agganci presso alcune cancellerie europee presso le quali esporrà la sua ricetta di riforma costituzionale alternativa a quelle del premier in carica: un governo forte ma soprattutto stabile con l'introduzione della sfiducia costruttiva (il modello tedesco secondo cui un governo può cadere ma soltanto se il Parlamento è in grado di farne nascere uno nuovo immediatamente, ndr); una ripartizione di competenze chiara tra governo centrale e amministrazioni locali; una sola Camera; poche macroregioni. Un programma di riforma costituzionale che Parisi ha già esposto in Italia e che presumibilmente ribadirà anche alla sua convention di Milano del 16-17 settembre.

Per la kermesse meneghina Megawatt è scattato il conto alla rovescia e Mister Chili ci sta lavorando tanto alacremente quanto in sordina. Spera nell'effetto sorpresa che ci sarà a prescindere visto che la manifestazione nasce proprio per presentare e attrarre volti nuovi del centrodestra. Una mission che l'ha messo in rotta di collisione con una parte di Forza Italia che, tuttavia, pare iniziare a digerire a poco a poco l'homo novus.

Il primo incontro sotto i riflettori è avvenuto a Fiuggi in occasione della kermesse organizzata da Antonio Tajani e non è andato male. Da una parte Parisi s'è dimostrato accorto e rassicurante nei confronti dei colonnelli azzurri; dall'altra, questi ultimi, non si sono messi di traverso (salvo qualcuno, tipo Giovanni Toti che proprio ieri a Portofino ha avuto un lungo incontro con Berlusconi) e attendono di vederlo alla prova dei fatti.

Della serie: dice che vuole dare un contributo? Ben venga: vediamo di che tipo in termini di squadra ma soprattutto di idee. Una partita nella quale Parisi si gioca molto e che avrà il fischio d'inizio la settimana prossima.

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