Parisi a testa bassa contro Renzi: "Vuole rubarci gli elettori ma fallirà"

Il manager abbandona i toni soft: «La grande coalizione? Mai»

Parisi a testa bassa contro Renzi: "Vuole rubarci gli elettori ma fallirà"

Roma - Parisi a testa bassa contro Renzi. Mister Chili, da molti azzurri guardato con sospetto per un suo presunto antirenzismo soft, mette mano alla clava. In due interviste, una al Corriere della sera e l'altra a Coffee Break su La7, precisa: con Renzi nessun accordo né ora né mai. Spara sulle larghe intese: «I governi di grande coalizione non mi convincono: primo perché sono in crisi, secondo perché alimentano l'antipolitica». Parisi si mette in netta alternativa al premier nonostante quest'ultimo cerchi di suonare la musica classica del centrodestra. Ma Mister Chili smaschera il giochino: «Il tentativo di Renzi di prendere voti a destra non ha mai funzionato. E poi parlare di ponte sullo Stretto e di pensioni minime è un tentativo maldestro di conquistare il nostro elettorato ma fallirà. Come fallirà sulle riforme costituzionali. Vincerà il No perché il centrodestra compatto è per il No». Parisi è chiaro e preciso anche sul dopo: «Se Renzi perde se ne deve andare. L'ha detto lui. Poi deciderà il capo dello Stato ma io sarei per le elezioni il prima possibile. E se Renzi cade non ci sarà il caos perché noi siamo pronti a governare». Insomma, nessun inciucio. L'ex manager lo sta dicendo anche all'estero, a quegli investitori che temono una nuova fase di instabilità se le riforme non andassero in porto: «Macché. Non è vero. Non si alzerà lo spread e Renzi dovrebbe ammetterlo se fosse responsabile».

Parisi svicola sulle domande che riguardano il suo futuro ruolo nel centrodestra: «Io leader? È prematuro. Non è un tema all'ordine del giorno. Per ora occorre lavorare a un programma vero». Le idee ci sono tutte: «Bisogna cambiare totalmente la linea economica del governo. Dopo tre anni di Renzi siamo alla stagnazione». La ricetta parisiana - e di tutto il centrodestra - è nota: choc fiscale, tagli draconiani alla spesa pubblica, lotta dura alla burocrazia. Sull'economia l'intesa con gli alleati sembra a un passo. Più arduo sul resto; l'Europa, per esempio. Ma Parisi minimizza le differenze con Lega e Fratelli d'Italia più propensi all'euroscetticismo. «Io non voglio uscire dall'Europa - spiega - Ma condivido che l'Europa debba cambiare radicalmente. Per ottenere ciò serve che l'Italia sia molto più autorevole di adesso. Se uscissimo, invece, saremmo da soli ad affrontare un problema immenso come quello dell'immigrazione». Parisi parla anche del recente summit che ha visto Berlusconi, Salvini e Meloni siglare il «patto delle candeline»: «Da quel vertice è uscita una linea che condivido in pieno», dice sicuro.

Ultime considerazioni anche sul Movimento 5 Stelle che, secondo Parisi, è destinato a sgonfiarsi: «Non è detto

che l'attuale sistema tripolare resista. I grillini non hanno radici nel Paese come lo hanno il centrodestra e il centrosinistra. Se il sistema riesce a riformarsi anche i movimenti antisistema sono destinati a scomparire».

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