Il terremoto politico che ha scosso l'Olanda con la caduta del governo Rutte avrà conseguenze non solo in politica interna con nuove elezioni ma anche in Europa alla luce dell'avvicinarsi delle europee. Proprio su una tematica di interesse comunitario come la questione migratoria il primo ministro Mark Rutte ha dovuto fare un passo indietro viste le posizioni inconciliabili all'interno della sua coalizione. Mentre il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) guidato dal premier olandese e l'Appello cristiano democratico (Cda) erano favorevoli a una limitazione del ricongiungimento familiare per i migranti, l'altra metà dell'alleanza di governo composta dai liberali del partito D66 e dai calvinisti dell'Unione Cristiana, si sono opposti. Rutte ha parlato di «differenze insormontabili» ponendo fine al suo quarto governo che si era formato nel gennaio 2022 dopo ben 271 giorni di trattative dal voto con una maggioranza eterogenea e l'appoggio dei liberali di D66.
Il primo campanello d'allarme per il governo si è verificato nella primavera scorso con le elezioni locali che hanno visto l'affermazione del «Movimento Civico-Contadino» (BBB), partito nato per difendere gli interessi degli agricoltori e degli abitanti delle aree rurali in opposizione alle politiche ambientali del governo Rutte. Questo partito ha intercettato non solo il malessere di migliaia di allevatori e agricoltori ma anche di una fetta consistente della popolazione olandese stanca di un ambientalismo ideologico promosso anche dal vicepresidente della Commissione Ue, l'olandese Frans Timmermans. Secondo le ultime proiezioni il Movimento Civico-Contadino (non affiliato a nessun gruppo europeo) è il primo partito in Olanda e, in caso di elezioni, potrebbe eleggere più parlamentari del Vvd.
La fine dell'esecutivo Rutte provoca un ulteriore indebolimento della maggioranza Ursula in Ue poiché il partito dell'ormai ex primo ministro aderisce al gruppo liberal di Renew di cui fa parte anche Macron e rappresenta uno degli architravi dell'attuale maggioranza europea.
Nonostante il governo olandese abbia avuto negli ultimi anni posizioni molto diverse dall'Italia in particolare sull'austerity, negli ultimi mesi sull'immigrazione c'è stato un avvicinamento con la linea portata avanti da Giorgia Meloni.
Rutte ha infatti aderito alla visione della premier italiana sulla necessità di bloccare i movimenti primari per risolvere il problema delle migrazioni secondarie e, in tal senso, si è speso per cercare un accordo con la Tunisia. Un cambio di passo determinato dall'impennata di richieste d'asilo nei Paesi Bassi che sono aumentate di un terzo lo scorso anno superando le 46.000 e si prevede saliranno a oltre 76.
000 nel 2023 superando il picco del 2015. È però probabile che Rutte abbia fatto un calcolo politico dimostrandosi più rigido in materia di immigrazione, le europee si avvicinano ma prima dovrà fare i conti con le elezioni nazionali.
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