Viva l'Italia, l'Italia sulla luna. Lo cantava Francesco De Gregori nel 1979, in uno dei suoi pezzi più moderni. Lo cantiamo tutti da ieri, dopo aver saputo che c'è un pezzo del nostro Paese in viaggio verso il nostro satellite preferito (anche perché è l'unico). Sul razzo vettore Falcon 9 di Space X, lanciato ieri alle 7,11 ora italiana dal Kennedy Space Center, con il lander statunitense Blue Ghost e il rover privato giapponese Resilience, c'è il LuGRE. Si tratta di un ricevitore di navigazione satellitare (Lugre è l'acronimo di Lunar GNSS Receiver Experiment) nato da una collaborazione tra l'Agenzia spaziale italiana (Asi) e la Nasa: uno strumento potentissimo (l'unico non americano dei dieci installati sul lander e il primo italiano ad atterrare sulla Luna) che punta a «infrangere il Guinness world record, attualmente in vigore, posto a metà strada tra Terra e Luna: nessuno fino ad oggi ha mai osato queste distanze», come spiega in una nota il presidente dell'Asi Teodoro Valente.
Il ricevitore LuGRE è stato sviluppato in Italia dall'Asi attraverso l'azienda Qascom, che ha realizzato la strumentazione e supporterà le operazioni della missione, e con il supporto scientifico del Politecnico di Torino, che ha contribuito alla definizione degli obiettivi scientifici e gestirà l'elaborazione dei dati. Il suo scopo sarà catturare i segnali dei satelliti di radio-navigazione Gps e Galileo oltre le loro orbite e trasmetterli alla tecnologia chiamata Software Defined Radio Receiver, che permette di misurare con precisione la posizione nello spazio, anche in ambienti molto lontani dal nostro pianeta. Fino a oggi solo una sonda Nasa ha usato i segnali Gps, ma a una distanza pari alla metà della strada tra Terra e Luna. LuGRE tenterà di migliorare questo risultato, diventando così un apripista a livello mondiale.
Dopo circa 46 giorni di viaggio, l'allunaggio è previsto sul Mare delle Crisi a inizio marzo e da qui, per 14 giorni, LuGRE continuerà a operare producendo tanti dati utili. La «conferma del ruolo sempre più preponderante del nostro Paese per agevolare la presenza umana nella nuova esplorazione lunare», si inorgoglisce Valente.
Gongola anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e Made in Italy e autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali «Con questo esperimento di frontiera e sfidante, che fornirà un contributo significativo alla preparazione delle future missioni lunari - dice - si apre quello che si preannuncia un anno d'oro per l'Italia nello spazio». Urso fa riferimento al lancio avvenuto martedì dalla base californiana di Vanderberg del test satellite Pathfinder Hawk for Earth Observation della costellazione Iride, realizzato dall'azienda italiana Argotec.
«Un'operazione, questa, che farà da apripista a Iride, il programma per l'osservazione della Terra realizzato dall'Esa in collaborazione con l'Asi voluto dal governo italiano e finanziato con i fondi del Pnrr, e alle future missioni lunari internazionali».
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