New York. La B.1.1.529 passa da variante di interesse (Voi) a variante di preoccupazione (Voc) insieme a Beta, Gamma e soprattutto Delta, che sembra stia scalzando piuttosto velocemente. È la modifica repentina dell'Oms che, seguendo le regole dell'alfabeto greco per le nuove denominazioni, l'ha battezzata Omicron. Lo stesso accade nel sito del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), che solo ieri riportava un iniziale interesse di questa variante, rilevata in Sudafrica, Botswana e Malawi, e che può essere «più trasmissibile e sfuggire vaccini. Sulla base delle evidenze disponibili, è probabile che sia associata a un livello molto alto di trasmissibilità e fuga immunitaria significativa», anche se per ora «non ci sono prove di cambiamenti nella gravità dell'infezione». La variante rappresenta una preoccupazione, perché «l'elevato numero di cambiamenti delle proteine spike può portare a un significativo cambiamento delle proprietà antigeniche del virus». Infatti questo coronavirus contiene 32 cambiamenti in 4 regioni della proteina spike, quelle riconosciute dai nostri anticorpi.
«Ci sono al momento meno di cento sequenze complete disponibili. Sappiamo che ha un ampio numero di mutazioni e la preoccupazione, quando ne hai così tante, è che questo possa avere un impatto su come si comporta il virus - afferma Maria Van Kerkhove, esperta dell'Oms - Adesso i ricercatori si stanno mettendo insieme per capire di più la situazione e l'impatto per i nostri strumenti diagnostici, le nostre terapie e i nostri vaccini. Serviranno poche settimane». In questo senso anche l'Italia si è già mossa con l'Istituto Spallanzani, che ha costituito una task force internazionale, per analizzare i primi dati a disposizione «e predisporre il sequenziamento dei ceppi ai fini di sorveglianza virologica», anche con gli esperti del The National Institute for Communicable Diseases (Nicd).
Dunque la variante Omicron mostra più mutazioni nel genoma del virus e alcune «sono state rilevate in quelle precedenti, come Alfa e Delta, e sono state associate ad una maggiore trasmissibilità ed evasione immunitaria», sottolineano gli esperti del Cdc africano. Tuttavia molto è ancora da chiarire e sono in corso ulteriori indagini per determinare il possibile impatto sulla capacità del virus di trasmettersi in modo più efficiente, di influire sull'efficacia del vaccino ed eludere la risposta immunitaria nonchè sulla possibilità di causare malattie più o meno gravi.
Secondo l'Oms ci sono prove iniziali che «suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante. Il numero di casi sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica. L'attuale diagnostica continua a rilevare questa variante». Diversi laboratori hanno indicato che per un test PCR ampiamente utilizzato, uno dei tre geni bersaglio non viene rilevato (chiamato dropout del gene S o fallimento del bersaglio del gene S) e questo test può quindi essere utilizzato come marker per questa variante, in attesa della conferma del sequenziamento.
Utilizzando questo approccio, questa variante è stata rilevata a velocità più elevate rispetto ai precedenti picchi di infezione, suggerendo che potrebbe avere un vantaggio di crescita, evidenziano gli esperti dell'Oms. Non a caso il super esperto Anthony Fauci, ha detto alla Cnn che ci troviamo di fronte ad una situazione da massima allerta.
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