Al di là dei malumori interni del M5s, che continuano a minare la stabilità della maggioranza e a far pendere una pericolosa spada di Damocle sulla testa del governo di Mario Draghi, l'esecutivo continua a lavorare incessantemente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ma c'è ancora l'inflazione record da abbattere ed è forse la sfida più grande alla quale è chiamato il governo, senza distrazione alcuna. "Dobbiamo essere lucidi nella diagnosi e nella cura: tutti gli interventi dovranno essere collocati all'interno di un doppio patto sociale, uno europeo e uno italiano. Non c'è più tempo da perdere", ha dichiarato Renato Brunetta, intervistato da la Nazione, al quale ha fornito la sua ricetta per uscire dall'impasse e dalla crisi.
Un primo passo è stato fatto con lo stanziamento di 33 miliardi di euro ma servono misure precise e chirurgiche per fare in modo che non si tratti solo di toppe ma di soluzioni risolutive e a lungo termine. Ma oltre alle difficoltà del caso, c'è anche l'ostacolo della campagna elettorale e delle liti interne da superare: "C'è una strana tensione che pervade le forze di maggioranza. Vedo all'opera la tentazione di un cupo radicalismo, che preferisce l'instabilità perenne all'evoluzione del Paese dall'Italietta di sempre all'Italia rispettata nel mondo".
Con lo sguardo fisso verso l'obiettivo, tentando di non farsi coinvolgere nelle beghe di partito, il governo sta studiando misure ad hoc contro l'inflazione per non cadere negli errori del passato: "Sbaglieremmo a curarla tutta con lo stesso farmaco, ad esempio con la leva monetaria. L'aumento dei tassi a dosi massicce, da solo, rischierebbe di farci passare dalla padella dell'inflazione alla brace della stagflazione, con annessa esplosione degli spread". Bisogna considerare che l'attuale tasso di inflazione è il frutto da diversi fattori con radici differenti.
"Per metà l'aumento dei prezzi riguarda al momento i prodotti energetici e i meccanismi speculativi generati dalla guerra", ha spiegato Renato Brunetta. La sua ricetta contro questo problema è quella già spiegata dal premier: "Bisogna accelerare sul price cap, il tetto al prezzo del gas e del petrolio, e sul decoupling, entrambi teorizzati e invocati da Draghi. Per questo non possiamo aspettare ottobre. Ci vuole un accordo europeo subito".
L'altro elemento che concorre a livelli di inflazione così alti è lo stress dell'economia nel post-Covid, che varia da Paese a Paese. Per contrastarlo, il ministro della Pubblica amministrazione ha teorizzato interventi mirati e selettivi che, per il nostro Paese, si riassumono in tre mosse: "I lavori poveri, non coperti da contratti o coperti da contratti pirata, vanno estesi i minimi della contrattazione confederale. Per rafforzare in generale i salari italiani, strutturalmente bassi, avanti con il taglio del cuneo fiscale e con i salari di produttività.
Per difendere il potere d'acquisto delle fasce di reddito medio-basse, infine, servono sforzi indirizzati chirurgicamente, seguendo l'Isee". Niente bonus a pioggia, quindi, secondo Renato Brunetta ma interventi precisi e ponderati che risolvono la situazione, non che la tamponano in attesa di tempi migliori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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