Pioggia di missili su Kiev "distrutti dalla contraerea". A Bakhmut ripresi 20 kmq

Dopo la diplomazia, con il tour europeo che ha portato in dote quasi tutto quel che desiderava, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vuole mettere a frutto i "doni" ricevuti

Pioggia di missili su Kiev "distrutti dalla contraerea". A Bakhmut ripresi 20 kmq
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Dopo la diplomazia, con il tour europeo che ha portato in dote quasi tutto quel che desiderava, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vuole mettere a frutto i «doni» ricevuti. Ieri ha riunito i vertici militari del suo Paese per pianificare la strategia da adottare e arrivare, senza fretta alla tanto attesa controffensiva. «Li ho ascoltati in merito all'andamento delle ostilità nelle loro aree del fronte, abbiamo esaminato la situazione operativa generale e i dati di intelligence e li ho informati sulla fornitura di armi e munizioni. Le bandiere straniere non regneranno mai sulla nostra terra e il nostro popolo non sarà mai ridotto in schiavitù», ha detto Zelensky tra l'operativo e il propagandistico. Fatto sta che pur tra le difficoltà, i russi non mollano mentre i gli ucraini si difendono e provano sortite che si stanno rivelando efficaci.

La scorsa notte è stata un'altra di quelle difficilissime per Kiev e non solo. Una pioggia di missili è stata lanciata verso la capitale con allarmi aerei che sono risuonati sino all'alba. Ben 18 i missili russi lanciati contro l'Ucraina che secondo Kiev sono stati tutti abbattuti. Tra questi, anche sei missili ipersonici Kh-47M2 Kinzhal, gli stessi che il Cremlino spacciava per non intercettabili. La dimostrazione di quanto siano fondamentali le armi di difesa fornite dall'Occidente, con buona pace dei, pochi, che sostengono che più armi significhino più morti. Niente di più falso. Diversa la versione di Mosca (che non cambia la sostanza) secondo cui uno dei suoi missili ipersonici ha distrutto un sistema di difesa missilistica Patriot, proprio quello più utile, insieme all'italo-francese Samp-T, per fermare i razzi russi. Anche se fosse vero, significherebbe che un solo missile è arrivato a bersaglio, non certo un successo per Mosca considerato un raid di tale portata.

Oltre a quella sui cieli, va avanti, pesantemente, la battaglia sul campo, specialmente a Bakhmut dove la controffensiva ucraina sembra dare i primi frutti. Proprio quando la città sembrava ormai in mano russa, è cominciato il contrattacco. Le forze ucraine hanno ripreso 20 chilometri quadrati dalle forze russe a Nord e a Sud della città. «Allo stesso tempo, il nemico sta avanzando un po' nella stessa Bakhmut, distruggendo completamente la città con l'artiglieria», ha detto la viceministra della Difesa di Kiev Hanna Maliar. Il ministero della Difesa russo è stato costretto ad ammettere che le sue truppe sono adesso sulla difensiva a Bakhmut, dove «le unità russe hanno respinto una decina di attacchi dell'esercito nemico», spiegano, palesando una situazione di difficoltà che solo alcuni giorni fa sembrava inimmaginabile in quella che è diventata la città simbolo di questo conflitto, ben oltre la sua importanza strategica.

Ma oltre alla guerra sul campo, c'è anche quella nascosta, che vede i servizi di spionaggio in prima linea. I russi hanno arrestato un ex funzionario dell'ambasciata americana, accusato di «collaborazione su base riservata con uno Stato estero o un'organizzazione internazionale o straniera». In manette anche un 25enne, questa volta cittadino ucraino, sempre con l'accusa di spionaggio per aver diffuso informazioni sulle forze armate russe. Di contro, la Cia ha pubblicato un video su Telegram in cui si chiede ai russi delusi da Putin, in particolare gli agenti di Mosca, di collaborare con gli Stati Uniti. Nel video anche istruzioni per l'utilizzo di tecniche per accedere a canali web considerati sicuri. «Il Cremlino è certo che i servizi speciali russi conducano un monitoraggio adeguato», ha replicato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

Nel frattempo scoppia un altro caso, sempre a livello diplomatico. Nel corso di un'intervista il capo dell'intelligence militare ucraina Kirill Budanov, ha ammesso che i servizi di Kiev sono responsabili di uccisioni di civili appartenenti al mondo dei media e del sociale russo.

«Ne abbiamo già raggiunti molti, comprese personalità pubbliche e dei media», ha detto, tesi già espressa e mai confermata ufficialmente da Kiev. «Sono terroristi», ha attaccato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Un altro elemento di scontro, che contribuisce ad alzare ulteriormente tensione già al massimo livello.

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