Pirata ubriaco e drogato Preso ma subito «liberato»

Dopo due giorni di carcere il brasiliano ha ottenuto gli arresti in casa: un ferito è in coma La legge promessa da Renzi resta una chimera

Cristina BassiLuca FazzoMilano Ha investito una motocicletta, ferendo gravemente due persone: una rischia di morire. L'investitore guidava sotto l'effetto di alcol e stupefacenti e non aveva la patente. Infine non si è fermato a soccorrere i feriti. Ma il giudice gli ha concesso i domiciliari: non poteva fare altro, per il semplice motivo che la legge sui pirati della strada promessa cento volte dal governo Renzi non è ancora entrata in vigore, rimpallata per la quarta volta dal Senato alla Camera pochi giorni prima di Natale.La decisione che scarcera il pirata è arrivata ieri mattina al termine dell'udienza per direttissima per la convalida dell'arresto. Dopo che il giovane con doppio passaporto brasiliano e portoghese, quindi regolare sul territorio italiano, era stato fermato dalla Polizia locale nella notte tra martedì e mercoledì poco dopo l'una. Nemos Heder Soares, 27 anni, sposato con due bambini, aveva da poco causato il grave incidente all'incrocio tra via Zurigo e via Basilea, in zona Bisceglie. Sulla Citroen Xara presa in prestito c'erano anche i figli e il cognato. In aula Soares ha ammesso di essere scappato dopo lo scontro. «Sono stato preso dal panico - ha detto in lacrime davanti al giudice Elena Bernante -. Ma ho fatto scendere mio cognato chiedendogli di chiamare un'ambulanza. Volevo cercare un parcheggio per poi tornare indietro». Un testimone ha permesso ai vigili di trovare il brasiliano, che vive a Cernusco sul Naviglio, è in Italia da sette anni e lavora come cuoco. Ai controlli è appunto risultato positivo all'alcol (con un valore di 2,49 grammi per litro, contro un limite consentito di 0,5 grammi: quasi il quintuplo, in pratica era ubriaco) e al narco test. Secondo i vigili, procedeva «a velocità sostenta». L'uomo ha spiegato di avere una patente brasiliana, ma di averla persa. E di non averla mai convertita nel nostro Paese, come prevede la legge.Il giudice ha vietato a Soares di allontanarsi, in attesa del processo fissato per giovedì prossimo. La mancata custodia cautelare in carcere è stata fondata su una motivazione tecnica. Nonostante la «gravità dei fatti» - sottolineata dal magistrato - il reato di omissione di soccorso per cui era scattato l'arresto in flagranza prevede una pena massima di tre anni. Per cui non è prevista la misure dal carcere, bensì «al massimo» i domiciliari.Proprio per rimediare a queste lacune del codice penale, in Parlamento - su pressione delle associazioni delle vittime della strada - è giacente ormai da anni il progetto di legge che punta a inasprire le pene per i criminali del volante. Oltre a istituire il reato di omicidio stradale, il nuovo testo prevede all'articolo 509 bis del codice la figura delle «lesioni personali stradali gravi e gravissime», punite fino a sette anni di carcere se l'autore guida sotto l'effetto di alcol o droga: esattamente come in questo caso. Se la nuova norma fosse legge, il giudice avrebbe potuto spedire Soares in cella.I due giovani investiti, entrambi italiani, di 20 e 24 anni, sono ricoverati in gravi condizioni. Uno ha riportato la frattura di femore, tibia e perone. L'altro è in coma e la prognosi è riservata.

Gli agenti hanno rintracciato Soares, che è incensurato, anche grazie al fatto che aveva perso la targa dell'auto. Al momento del fermo ha giustificato le ammaccature dicendo che era andato a sbattere contro un cassonetto. Solo davanti al giudice, dopo aver trascorso due notti a San Vittore, ha ammesso di aver detto una bugia.

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