Pnrr, Italia leader in Europa. Roma chiede già la sesta rata

Meloni: "Primi a entrare nella fase 2 di attuazione". Fitto: "Consistente l'incremento degli investimenti"

Pnrr, Italia leader in Europa. Roma chiede già la sesta rata
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L'Italia si prepara a chiedere formalmente alla Commissione Ue la sesta rata di fondi del Pnrr da 8,5 miliardi di euro. Nel frattempo, si attende in tempi brevi l'ok di Bruxelles alla quinta tranche da 10,6 miliardi (3,1 a fondo perduto e 7,5 miliardi a prestito). L'annuncio è stato dato ieri al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi, presieduta dalla premier Giorgia Meloni e convocata dal ministro degli Affari Ue, Raffaele Fitto. Con l'incasso della quinta rata i fondi ricevuti legati al piano salgono a 113 miliardi dei 194,4 stanziati dalla Ue.

Meloni ha sottolineato il «doppio primato»: l'Italia è il primo Paese Ue ad aver chiesto sia la quinta sia la sesta rata. «Siamo pienamente entrati nella fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all'Italia di domani», ha sottolineato nel corso del suo intervento alla riunione della Cabina di regia. Fitto ha rilevato che si tratta di dati confermati dal «consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche, che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023». Per Meloni questo è uno «stimolo a colmare i divari territoriali di competitività e produttività della nazione».

Fra i 37 obiettivi raggiunti per ottenere la sesta rata, tra i più significativi figurano gli investimenti legati alla realizzazione di infrastrutture per il potenziamento del trasporto del gas metano dal Sud al Nord (Linea Adriatica), portando la linea del metanodotto che passa per la Puglia da Sulmona a Sestino-Minerbio. Fra i numerosi altri investimenti il potenziamento delle strutture sportive scolastiche, borse di studio per la formazione specifica in medicina generale, e investimenti legati ai collegamenti ferroviari sulle linee Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.

Secondo i dati dell'Anac, «le gare bandite da Comuni e Città metropolitane hanno un valore di oltre 34 miliardi di euro e quelle aggiudicate un valore di circa 21 miliardi, considerando anche i 10 miliardi che provengono ora da fondi nazionali diversi dal Pnrr», ha spiegato il presidente dell'Anci, Antonio Decaro. I pagamenti per investimenti comunali per il 2023 corrispondono a 16,3 miliardi, con un incremento del 96% rispetto al 2017. Solo nel primo trimestre del 2024 i comuni hanno pagato per investimenti ben 5,8 miliardi, con un ulteriore incremento di 1,4 miliardi rispetto al 2023 (+36%). Dopo la richiesta degli 8,5 miliardi della sesta tranche (1,7 a fondo perduto e 6,8 in prestito) nei prossimi giorni saranno attivate le azioni di verifica e rendicontazione dei 69 traguardi e obiettivi della settima rata che è pari a 18,2 miliardi di euro. Maggiori informazioni, in particolare sullo stato della spesa dei fondi e dell'apertura dei cantieri, arriverà dalla Relazione semestrale sul Pnrr che verrà presentata al Parlamento nel mese di luglio.

Fitto si è anche detto «ottimista» sulla capacità di spesa, tanto da rifiutare ogni forma di "finanza creativa" per dilatare i tempi del Pnrr. Il dibattito sull'uso di strumenti finanziari per portare la spesa oltre il 2026 «rischia di essere un segnale di rilassamento», ha tagliato corto.

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