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La politica ora ha un sogno: Draghi subito a Palazzo Chigi

Da Fi a Renzi: tutti invocano l'ex banchiere centrale Salvini cambia rotta e lo elogia. Solo M5s lo teme

La politica ora ha un sogno: Draghi subito a Palazzo Chigi

Draghi sì, Draghi no. In tempi di pandemia, si ricorre agli estremi rimedi per contrastare i mali altrettanto estremi. E l'ex governatore della Banca centrale europea è visto appunto come l'ultima risorsa. Il suo intervento sul Financial Times ha spinto molti a vedere proprio in lui, l'economista coraggioso e determinato («whatever it takes»), l'unico in grado di reggere la barra del timone in una simile tempesta.

Da destra a sinistra ora sono in tanti a invocarlo. Soltanto i grillini fingono di ignorarlo (con la paura che un governo istituzionale da lui presieduto rappresenti per il Movimento la pietra tombale). Alcuni, come il capogruppo dei dem a Montecitorio, Graziano Delrio sono costretti a esporsi apertamente per raffreddare gli entusiasmi dei colleghi di partito. «Per noi il governo Conte - dice Delrio - resta l'orizzonte». Che è anche un segnale per evitare di muoversi in ordine sparso sulla questione. Eppure le affermazioni di Draghi al Financial Times martedì sera giravano su tutte le chat interne dei democratici. Che le compulsavano con fervore. Al massimo arrivano a riconoscere che il momento richiederebbe, come fa Andrea Marcucci, una «reale collaborazione tra tutte le forze politiche nazionali». Ma è soprattutto il peso e l'autorevolezza di Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, a dimostrare che anche dalle parti del Nazzareno il fascino di Draghi ha fatto breccia. «Il nostro impegno va nella stessa direzione auspicata dall'ex capo della Bce - sottolinea - con interventi di sostegno al reddito e ingenti garanzie pubbliche». Pure un comunicato stampa ufficiale del partito plaude alle parole dell'ex governatore della Banca d'Italia e ne appoggia l'idea di spingere sugli «investimenti pubblici come leva, ancora più forte se con una consapevolezza di tutta l'Ue, per scongiurare lo spegnimento dei motori dell'economia».

Molti, però, vedono in Draghi soprattutto l'antidoto migliore ai tentennamenti dell'esecutivo Conte. Soprattutto nel centrodestra è la tempestività dell'azione di governo e la sensibilità sui temi economici le qualità essenziali per gestire questa crisi. E in questo senso Mario Draghi risponde perfettamente all'identikit. Se da sempre in Forza Italia e in Fratelli d'Italia Draghi ha molti estimatori, è nel Carroccio che si registra il cambio di valutazione più deciso. Un cambio che però Claudio Borghi spiega in questo modo: «La nostra posizione non è cambiata di una virgola. È cambiato chi è stato alfiere dell'austerità, che oggi dice che si può fare debito». A questo punto è addirittura Salvini il più entusiasta tanto che c'è chi è convinto che il leader del Carroccio si stia dando da fare per sostenere un esecutivo di salute nazionale guidato proprio da Draghi. Idea che vedrebbe favorevole Forza Italia. Più tiepida invece Giorgia Meloni («non è questo il momento per cambiare governo»).

Nel dibattito seguito all'informativa di Conte, sono stati in molti i senatori che ieri hanno invocato Draghi. Del «nuovo» Salvini («Benvenuto presidente Draghi, ci serve l'aiuto di tutti, ci serve anche il suo») abbiamo già detto. Anche Pier Ferdinando Casini lo ha citato nel suo intervento. E così ha fatto anche Anna Maria Bernini (Fi): «Draghi ha titolo per essere evocato perché è quel signore che ha salvato l'euro e in tasca ha una serie di soluzioni che dobbiamo condividere».

Per finire,

pure Matteo Renzi (Iv) lo ha ricordato rivolgendosi a Conte: «Draghi le sta indicando la strada, quando dice che bisogna fare debito ma bisogna farlo per dare liquidità alle piccole e medie imprese perché rischiano di morire».

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