Polveriera Italia. Antagonisti e antisemitismo ora fanno paura

Insulti e accuse alla premier degenerano in aggressioni

Polveriera Italia. Antagonisti e antisemitismo ora fanno paura
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La stagione dell'odio non conosce confini. Con l'Italia che non è affatto immune dal contagio. Dai fantocci bruciati agli insulti sessisti. Fino alle aggressioni ai militanti dei partiti di centrodestra e agli attacchi post-mortem contro Silvio Berlusconi. Senza contare l'antisemitismo che monta a sinistra e nelle università. Da Washington a Roma. Da Donald Trump a Giorgia Meloni. Anche l'Italia è una polveriera. Già a novembre di due anni fa, subito dopo le elezioni politiche, il primo sfregio alla premier. Un fantoccio appeso a testa in giù in piazza a Bologna durante una manifestazione dei collettivi. A Roma, a febbraio scorso, un altro pupazzo con le sembianze di Meloni è stato dato alle fiamme durante un corteo per commemorare Valerio Verbano, militante di sinistra ucciso nel 1980. Gli estremisti in servizio effettivo e permanente non si sono fermati nemmeno durante l'ultimo G7 in Puglia. Quando un gruppo di manifestanti, durante un corteo contro il summit, ha sfoggiato una foto della presidente del Consiglio a testa in giù e la scritta «Io sono fascista». La protesta «antifascista», da dopo l'attentato di Hamas del 7 ottobre, si salda pericolosamente con una forma subdola di antisemitismo. Naturalmente occultata sotto le spoglie di un non meglio precisato «antisionismo». E via con altri insulti e accuse infamanti: «Meloni macellaia», ma anche «complice del genocidio». Senza dimenticare le volgarità di un esponente politico dell'opposizione, come il governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca. Colui che, dopo aver guidato la marcia verso Palazzo Chigi di alcuni sindaci contro l'autonomia, ha definito «stra» la premier. Il tutto nel silenzio di Giuseppe Conte e Elly Schlein. Tra un'accusa di fascismo e una di «neonazismo», come quella lanciata da Luciano Canfora, non potevano mancare gli insulti sessisti contro Meloni. Specialità in cui si sono dilettati il professore del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti sui social e il rapper Gennarone dal palco del 1 maggio di Foggia.

Parole, ma anche botte. Chiedere al militante 23enne di Fratelli d'Italia preso a pugni da estremisti di sinistra il 1 giugno scorso in un Autogrill mentre tornava a Bologna da Roma, dove aveva partecipato alla chiusura della campagna elettorale della premier e leader di Fdi. Militanti meloniani erano stati aggrediti tre mesi prima anche a Torino da alcuni attivisti dei centri sociali. Nella stessa città, il 28 febbraio, un gruppo di antagonisti ha attaccato una volante della Polizia. Il 20 maggio, a Rivoli, sempre nel torinese, sono stati colpiti due militanti della Lega intenti a fare volantinaggio. Dieci giorni prima era toccato ai giovani di Forza Italia, attaccati dai centri sociali a Roma mentre distribuivano volantini a un gazebo. Infatti l'odio per Silvio Berlusconi non si ferma nemmeno davanti alla morte. Ne sono l'ultima dimostrazione le mobilitazioni e le raccolte firme promosse dal Pd e dalla sinistra tutta contro l'intitolazione dell'aeroporto di Milano Malpensa all'ex premier e fondatore del partito azzurro.

Il nuovo carburante dell'odio sono le sedicenti manifestazioni per la Palestina, dominate dall'estrema sinistra. Contesti dove si vedono gigantografie bruciate di Meloni e striscioni contro Matteo Salvini. Gli stessi cortei in cui si urlano slogan antisemiti e anti Israele. Preoccupante la situazione nelle università, dove gli studenti boicottano gli accordi con gli atenei israeliani.

Secondo il report sull'antisemitismo in Italia nel 2024, gli episodi di intolleranza contro gli ebrei sono aumentati del 300%. Mentre per l'Unione Giovani Ebrei d'Italia la situazione nelle università è «particolarmente inquietante».

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