Precipita elicottero: muoiono tre leader del governo ucraino. Il giallo sulle cause

Incidente o attentato? Da Kiev al resto del mondo la domanda risuona da ieri, per ora senza risposta

Precipita elicottero: muoiono tre leader del governo ucraino. Il giallo sulle cause

Incidente o attentato? Da Kiev al resto del mondo la domanda risuona da ieri, per ora senza risposta. Da quando un elicottero ucraino è precipitato vicino a un asilo a Brovary, nella regione di Kiev. Perché a bordo del velivolo non c'erano passeggeri comuni. Nello schianto hanno perso la vita il ministro dell'Interno ucraino Denys Monastyrskyi, il suo vice Yevhen Yenin e il segretario di stato Yuriy Lubkovich, tre figure di spicco del governo di Kiev. Morti anche Tetiana Shutyak, vice capo del servizio Patrocinio presso il ministero degli Interni, il tenente colonnello Mykhailo Pavlushko, capo della divisione della protezione del dipartimento di sicurezza interna e Mykola Anatskyi, capo ispettore del dipartimento delle comunicazioni del ministero dell'Interno. Il bilancio totale fornito dalle autorità ucraine è di 14 vittime, 9 delle quali viaggiavano sull'elicottero, 6 funzionari e tre membri dell'equipaggio. Anche un bambino dell'asilo ha perso la vita. I feriti sono 25, tra di loro 11 bambini. Una tragedia che ha scosso ulteriormente un Paese già martoriato.

Da subito si sono susseguite voci e ipotesi nel tentativo di chiarire cause e dettagli dell'accaduto. «Ma ci vorranno settimane di indagini», fanno sapere da Kiev. Quel che è certo è che ieri mattina, quando l'elicottero dei servizi di emergenza ucraini che si stava recando in zone di guerra ad alto rischio (probabilmente a Kharkiv) è precipitato, era buio e c'era nebbia. «Stiamo valutando tutte le ipotesi», ha spiegato il procuratore generale Andriy Kostin. «Per ora stiamo valutando tutte le possibili versioni dell'incidente. L'istruttoria è stata affidata agli investigatori dell'Sbu», il servizio segreto ucraino. Ascoltati anche alcuni testimoni che si trovavano nei pressi del luogo dell'incidente. «Era in fiamme in volo pochi secondi prima di precipitare. L'elicottero girava in tondo, bruciava e volava in quella direzione», ha raccontato uno di loro. «Le cause della tragedia sono in corso di accertamento. Presto sapremo se si è trattato di un sabotaggio, di un malfunzionamento delle apparecchiature, di una violazione delle regole di sicurezza del volo», ha detto il consigliere del ministero dell'Interno Anton Gerashchenko con il governo tedesco che si è offerto di collaborare all'inchiesta.

Le indagini del gruppo speciale appositamente istituito, naturalmente, al momento non escludono alcuna ipotesi. Da quanto si è potuto apprendere, quella più accreditata porterebbe a un incidente dovuto a un errore del pilota o a un guasto meccanico. Esclusa la pista dell'attacco diretto da parte delle forze russe. Un'azione del genere, su suolo ucraino, con obiettivo funzionari di primo piano del governo, equivarrebbe a una escalation di fatto. Non a caso i commenti arrivati da Mosca sono sì di compiacimento, incolpando «l'invio delle armi a Kiev», ma non certo di rivendicazione. Difficile, anche se assolutamente non impossibile, ipotizzare un sabotaggio all'interno del velivolo che ha portato allo schianto.

Se il capo della polizia nazionale Igor Klymenko, è stato nominato ministro degli Interni ad interim, le reazioni alla tragedia di Brovary, Russia esclusa, sono state di cordoglio unanime. Il presidente Zelensky parla di «enorme tragedia» mentre la first lady Olena spiega che «la tragedia più grande è la morte di bambini. I miei pensieri vanno alle famiglie delle vittime». Dall'Italia sono arrivati il messaggio del presidente della Repubblica Mattarella, che ha scritto a Zelensky esprimendo «vicinanza da parte del popolo italiano» e della premier Meloni che a nome del governo ha espresso vicinanza al presidente e a tutto il popolo ucraino.

Messaggi di cordoglio sono arrivati da regno Unito, Francia, Germania e dalle istituzioni europee. Nella speranza, comune, che le verità sullo schianto non esasperi ulteriormente una situazione globale già ad altissima tensione.

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