Biden punta su economia e paura per il ritorno del tycoon. Ma l'inflazione morde e le minoranze lo abbandonano

Due sono gli indicatori della campagna elettorale che verrà condotta da Joe Biden da qui a novembre

Biden punta su economia e paura per il ritorno del tycoon. Ma l'inflazione morde e le minoranze lo abbandonano
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Due sono gli indicatori della campagna elettorale che verrà condotta da Joe Biden da qui a novembre. Il primo, il Discorso sullo Stato dell'Unione, nel quale il presidente, senza mai nominarlo per nome («il mio predecessore») ha rilanciato l'allarme del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il secondo, la proposta per il Budget 2025 recapitata al Congresso, riassumibile in un aumento delle tasse per i super ricchi e le grandi corporation, a favore della classe media. Il tutto, condito con la promessa di un ripristino del diritto all'aborto a livello nazionale, «se avrò un Congresso favorevole».

Il primo messaggio, quello della paura, serve alla campagna di Biden per compattare il proprio elettorato ed attrarre una parte degli indipendenti. Un sondaggio della Suffolk University per Usa Today indica che 41% di coloro che voteranno Biden si «tureranno il naso», pur di impedire la rielezione del tycoon. Il secondo messaggio, quello sull'economia, stenta ancora a decollare. «Ho ereditato un'economia in crisi, ora siamo l'invidia del mondo», ha rivendicato Biden davanti al Congresso. Ma l'inflazione (e il conseguente rialzo dei tassi), anche se tornata sotto controllo, continua a mordere le tasche degli americani. Un dato su tutti: l'età media di chi acquista una casa è balzata a 49 anni. Il tasso medio fisso per un mutuo trentennale si aggira intorno al 7%. Il sogno americano per molti si allontana. Non è un caso che gli strateghi elettorali di Biden da qualche tempo abbiano smesso di usare il neologismo «Bidenomics» per magnificare la politica economica della Casa Bianca.

Altro campanello d'allarme per Biden viene dal rapporto con le minoranze, elettorato tradizionalmente democratico: Latinos, afroamericani, asiatici. Un sondaggio New York Times/Siena College indica che tra gli americani non bianchi Biden raccoglie il 56%, rispetto al 44% di Trump. Nel 2020, il distacco a favore del leader Dem in questo segmento era stato di 50 punti. C'è poi la disaffezione dell'elettorato più progressista (e degli arabo-americani) per il sostegno dato a Israele nella guerra contro Hamas. Difficile recuperare questo dissenso se la guerra dovesse protrarsi fino alle elezioni. Nell'elettorato Dem tradizionale non sembra invece avere un particolare impatto il problema dell'immigrazione. Lo ha però per i moderati e gli indipendenti, che di fronte all'afflusso continuo di migranti irregolari, potrebbero cedere alle sirene di Trump, che promette soluzioni drastiche. E c'è poi la questione anagrafica.

«Il problema non è l'età che abbiamo ma è l'età delle nostre idee», ha detto il presidente nello Stato dell'Unione, ribaltando il paradigma. Da qui a novembre dovrà convincere gli americani che le sue idee sono «più giovani» di quelle di Trump.

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