Processo civile, il Csm boccia la riforma: "Non toccate le ferie dei giudici"

Il parere approvato all'unanimità. La Sesta Commissione del Csm contro il governo Renzi: "La riforma è a rischio incostituzionalità"

Processo civile, il Csm boccia la riforma: "Non toccate le ferie dei giudici"

"La scelta di intervenire con decreto legge comporta delicati profili di compatibilità costituzionale". In un parere approvato all'unanimità, la Sesta Commissione del Csm ha bocciato il decreto sul processo civile che sarà discusso domani dal plenum in una seduta straordinaria. Nel mirino, in particolar modo, il taglio delle ferie dei magistrati bollato come "controproducente". "Gli interventi proposti con il decreto legge sul processo civile - si legge nel parere del Csm - non appaiono particolarmente idonei ad assicurare un reale incremento dell’efficienza del sistema giustizia".

Nel corposo parere di un’ottantina di pagine i consiglieri della Sesta Commissione del Csm puntano l’indice contro la "frammantarietà e la segmentazione" degli interventi legislativi che si sono succeduti negli ultimi anni sul processo civile con "il reiterarsi di molteplici decreti, ognuno di essi introduttivi di una riforma presentata come risolutiva dei mali della giustizia civile". E osservano che se in astratto è possibile intervenire con decreto legge sulle questioni che riguardano la giustizia, quello che non si può fare è, continuando su questa strada, introdurre di fatto "una rilevante riforma processuale o ordinamentale" attraverso "uno strumento che il costituente non ha predisposto per tale finalità". Peraltro nel decreto ci sarebbe, a detta del Csm, un "disallineamento" tra premesse ("la necessità e urgenza di intervenire in tema di giustizia civile") e contenuto, visto che questo "coinvolge non solo la magistratura giudicante civile, ma altresì quella penale e la magistratura requirente".

"È necessario chiedersi se non sia più opportuno - scrive ancora la Commissione - abbandonare lo schema di riforme volte a fornire risposte di immediato impatto, e tuttavia non sufficientemente ponderate oltre che 'a costo zero', aprendo invece a un più ampio dibattito con gli operatori, dentro e fuori le aule parlamentari, assicurando in questo modo , sia pure in tempi più lunghi, una più organica e ponderata riflessione sulle necessarie modifiche".

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