
Giornata di doppia udienza ieri sul caso Garlasco. Con il doppio esito che, sul fronte milanese, la Procura generale ha dato parere negativo alla semilibertà chiesta da Alberto Stasi. E che, sul fronte pavese, la Procura ha ricusato Emiliano Giardina, scelto dal gip come perito per le nuove analisi genetiche. In entrambi i casi il tribunale di Sorveglianza, da un lato, e il gip di Pavia, dall'altro, prenderanno una decisione nei prossimi giorni.
Nell'udienza davanti alla Sorveglianza il sostituto pg di Milano Valeria Marino ha chiesto il «rigetto» dell'istanza della semilibertà avanzata dai legali di Stasi, che sconta una pena definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi. «In subordine» ha chiesto un rinvio del procedimento per valutare le «circostanze» dell'intervista alle Iene del 30 marzo scorso, rilasciata dal 41enne detenuto a Bollate senza chiedere l'autorizzazione alla direzione del penitenziario. Per il resto il sostituto pg ha riferito che tutte le relazioni del carcere sulla condotta di Stasi sono positive e per questo le prossime tappe sembrano prevedibili: prima la semilibertà e poi tra qualche mese la richiesta di affidamento in prova, per uscire definitivamente dal carcere. Attualmente il 41enne è ammesso al lavoro esterno ed esce dal penitenziario per fare il contabile in un'azienda. «Agli atti del tribunale di Sorveglianza - sottolinea il difensore, l'avvocato Giada Bocellari - c'è una nota inequivocabile dell'amministrazione penitenziaria che attesta la condotta ineccepibile di Alberto Stasi». Inoltre in una missiva al tribunale il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, scrive che l'intervista alle Iene «è stata registrata durante il permesso premio» del 22 marzo scorso «e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni». Ieri Stasi non era in aula «per una questione di personale rispetto della camera di consiglio per un'udienza che ha delle finalità precise», come ha spiegato l'avvocato Glauco Gasperini che l'ha rappresentato.
A Pavia, sempre ieri mattina, è partito e si è subito bloccato l'incidente probatorio in cui doveva essere conferito l'incarico per procedere alla perizia chiesta dalla Procura, su reperti mai analizzati o che hanno dato esiti dubbi, nell'indagine a carico di Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza uccisa il 13 agosto 2007. In udienza la Procura ha ricusato Giardina, il genetista che era stato scelto dal gip Daniela Garlaschelli. Il motivo: un'intervista di Giardina del 2007, ancora alle Iene, in cui aveva parlato del caso. Un intervento che lo renderebbe incompatibile a eseguire la nuova perizia genetica. All'istanza si è associata l'avvocato Bocellari, la quale ha chiesto anche di escludere dagli accertamenti Luciano Garofano, indicato come consulente della difesa Sempio, in quanto come ex comandante del Ris di Parma si era già occupato delle analisi nella villetta del delitto.
«Siamo rispettosi della verità giudiziaria e combattiamo perché siamo convinti che si possa rivedere la storia di questo processo. Non bisogna avere paura di questa indagine», ha affermato l'altro difensore di Stasi, l'avvocato Antonio De Rensis. E l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi: «Non abbiamo paura degli accertamenti, ma la verità è già emersa in modo certo: Alberto Stasi è il colpevole dell'omicidio di Chiara Poggi». Mentre Sempio ha detto di essere «tranquillo, non ho nulla da temere».
L'avvocato Massimo Lovati, che lo difende con Angela Taccia, ha poi parlato dell'udienza: «I pm hanno ricusato il perito, il professor Emiliano Giardina. La giudice si è riservata, ma quasi certamente ne nominerà uno nuovo».
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