Quali saranno le sorti del Movimento 5 Stelle? Alla fine i grillini resteranno fedeli al governo o si trasferiranno all'opposizione? Gli occhi sono puntati sulla giornata di lunedì, quando il premier Mario Draghi e Giuseppe Conte si vedranno a quattrocchi dopo gli ultimi eventi che hanno inasprito i toni e i rapporti tra i due. Ma per Matteo Renzi, a prescindere da come il tutto andrà a finire, ormai il destino del M5S è segnato verso una fase di declino irreversibile.
La profezia sul M5S
Il leader di Italia Viva si è detto pronto a scommettere che il Movimento, qualora decidesse di sfilarsi dalla maggioranza, potrebbe tornare nelle mani di Alessandro Di Battista: "Se esce dal governo il Movimento finisce a Di Battista che è più abile come leader di protesta". La profezia non si ferma a questo scenario: se invece il M5S dovesse restare al governo allora "vedrà i sondaggi crollare mese dopo mese".
Gli ultimi sondaggi hanno già messo in luce una stangata sui 5 Stelle, che rischiano seriamente di non superare la soglia del 10% delle preferenze. Renzi - nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera - ha voluto inoltre ricordare che Conte ha fallito la prova muscolare in Aula lo scorso anno, quando cercava di formare un nuovo governo blindando la propria poltrona a Palazzo Chigi.
"Adesso se non fa ulteriori errori può aspirare a un seggio da deputato come indipendente", è stata la sferzata ironica. Che è stata accompagnata da una considerazione al veleno in riferimento al presunto pressing di Draghi su Beppe Grillo per cacciare Conte dal M5S: "Per farlo fuori basta lasciarlo lavorare. Conte non va attaccato, basta lasciarlo fare".
Un nuovo "Patto per l'Italia"
Gli sviluppi della situazione politica in Italia rischiano di compromettere la stabilità del governo guidato da Mario Draghi, la cui azione potrebbe essere fortemente rallentata a causa delle spaccature e dei litigi tra i partiti di maggioranza. Renzi ha osservato che questo rappresenta il vero motivo per cui Draghi "andava mandato al Quirinale".
Il numero uno di Italia Viva ha sottolineato l'urgenza di un "Patto per l'Italia" in vista dei prossimi mesi, seguendo il modello di Ciampi 30 anni fa. Chiamare dunque a raccolta partiti, associazionismo, sindacati, categorie e imprese: "La situazione è molto piu seria di come viene raccontata". A suo giudizio è questa la priorità per tutelare il Paese e i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): "Poi la campagna elettorale, ma prima salviamo il futuro dei nostri figli".
Il "no" a Di Maio
In seguito alla scissione nel Movimento è evidente come Luigi Di Maio strizzi l'occhio al centro in vista delle elezioni politiche.
Renzi ha bollato come "fantapolitica" un suo accordo con Beppe Sala e il ministro degli Esteri: il sindaco di Milano "sta nel centrosinistra", mentre le posizioni di Di Maio vengono giudicate "quanto più lontano ci sia da me". Dal reddito di cittadinanza al mondo della scuola, "noi parliamo lingue diverse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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