Il Pd ora mette le mani avanti: se perdiamo in Emilia-Romagna non si va al voto

Nicola Zingaretti riunisce i suoi in un conclave all’abbazia di Contigliano, in provincia di Rieti. E lancia un patto per la legislatura al premier

Il Pd ora mette le mani avanti: se perdiamo in Emilia-Romagna non si va al voto

All’interno del Partito democratico si vocifera che se si perdesse in Emilia Romagna non si andrà a votare. Il segretario dei dem Nicola Zingaretti vuole presentarsi alla verifica di governo con un partito unito per trasformare l’alleanza in una coalizione con il Movimento 5 Stelle. Proprio in vista di questo appuntamento, ha riunito ministri e parlamentari in un conclave all’abbazia di Contigliano, in provincia di Rieti. L’obiettivo è quello di delineare alcune proposte concrete da portare alle verifica come fisco, di lavoro, di economia verde. Ma sarà anche l’occasione di approfondire le idee di rifondazione del partito lanciate dallo stesso Zingaretti.

Il segretario del Pd auspica che l’esecutivo possa proseguire fino al 2023 e lancua quindi un appello al premier Giuseppe Conte affinché non si esiti sui provvedimenti da realizzare. In questo aspetto, Zingaretti ha trovato l’ok di Franceschini, Orlando e di tutti i big del partito. Il ministro dei Beni culturali ha però avvisato Conte e Di Maio che questo esecutivo va avanti solo se la maggioranza è unita e crede di poter creare un’alleanza politica, in caso contrario non ha futuro.

Come riporta La Stampa, l’intento dei dem è di lanciare un patto per la legislatura al presidente del consiglio. In sostanza, il Pd garantisce che non si andrà alle elezioni anche se si perde in Emilia-Romagna e il Movimento 5 Stelle accetta una nuova agenda politica per passare a una fase ancora più concreta. Questa mossa può essere letta come un mettere le mani avanti ma in caso di sconfitta alle Regionali, Zingaretti verrebbe criticato e il congresso del partito potrebbe trasformarsi in un appuntamento decisivo per il suo futuro da leader. Intanto gli ex renziani avrebbero già proposto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, come sfidante per ala segreteria. A proposito di ex renziani, il ministro Lorenzo Guerini ricorda al suo partito che occorre la crescita economica e non solo la “protezione sociale”, aggiungendo che il Pd non può essere espressione solo dei Ds ma anche dei cattolici della ex Margherita.

Tornando alle Regionali, Zingaretti crede molto in un successo e auspica che l’esecutivo vada avanti così come il vicesegretario Andrea Orlando, il quale ribadisce che il governo

può durare fino al 2023. L’ex ministro della Giustizia sottolinea che una delle proposte è quella di sostenere i salari uguali per uomini e donne, mentre sui decreti sicurezza è necessaria una discussione con i 5 Stelle.

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