Putin rinforza l'esercito: i militari diventano 1,5 milioni

Il presidente russo ha firmato il decreto. Zelensky interverrà all'assemblea Onu

Putin rinforza l'esercito: i militari diventano 1,5 milioni
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Nonostante il sostegno delle milizie cecene del comandante Alaudinov, e il ritorno in patria di almeno 20mila guerriglieri dell'Africa Korps (ex Wagner) da Mali, Niger, Repubblica Centrafricana e Burkina Faso, Putin necessita di un sempre maggior numero di uomini per la tormentata operazione speciale.

Ieri lo zar di Mosca ha firmato un decreto per ampliare le forze armate fino a 1,5 milioni di uomini, rispetto ai precedenti 1,32, incrementando per la terza volta la portata dell'esercito. Secondo l'intelligence ucraina, inoltre, Putin starebbe meditando di utilizzare nel Kursk il missile da crociera a propulsione atomica Burevestnik, intercettato in un impianto della città militare di Vologda (500 km a nord di Mosca). Il Burevestnik potrebbe essere un ulteriore drammatico tassello a conferma delle intenzioni russe di un'operazione definitiva contro l'Ucraina. Diventa quindi decisiva la presenza di Zelensky all'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre per ottenere la revoca del divieto di utilizzo di missili a lungo raggio, revoca vista con favore dal premier britannico Starmer. Zelensky, che in quella data vedrà Biden, ha portato a casa dalla Lettonia veicoli corazzati cingolati, dalla Germania sistemi di artiglieria semovente, e incassa la promessa di un altro lotto di aerei F-16 dalla Danimarca. Per il ministro della Difesa dei Paesi Bassi Brekelmans, la Nato dovrebbe abbattere droni e missili che violano lo spazio aereo degli Stati membri dell'Alleanza, ma per il vice ministro della Difesa russo Fomin «la Nato si prende troppe libertà. È un gioco pericoloso che può portare a un confronto militare diretto tra le potenze nucleari».

Sul campo sono tre in queste ore i fronti caldi: Kursk, Donetsk e Kharkiv. Nella regione russa si sta assistendo a un estenuante tira e molla tra i due schieramenti. Dopo che Mosca era riuscita nei giorni scorsi a liberare una ventina di villaggi, ieri il contrattacco delle armate ucraine ha generato la conquista delle località di Rylsky e Khomutovsky, a 15 km oltre il confine. Il comando russo da parte sua è riuscito ad assemblare un gruppo nutrito sulla riva meridionale del fiume Seim, composto da battaglioni della 155esima brigata dei marines e dal reggimento della 106esima divisione aviotrasportata che ha liberato gli insediamenti di Uspenovka e Borki. Assalti anche nel Belgorod, con 9 feriti tra i civili. Le battaglie, si legge su blog militari, sono di inaudita violenza, con almeno 300 morti al giorno. L'Ucraina ha invitato nel Kursk i delegati di Onu e Croce Rossa per provare il totale rispetto del diritto umanitario internazionale. Iniziativa che il Cremlino ha bollato come «grave provocazione». Nel Donetsk le armate russe avanzano verso Siversky, Pokrovsky e Ugledar. Nell'ultimo giorno 9 insediamenti sono finiti sotto il fuoco di Mosca. In totale, sono stati danneggiati 58 edifici civili e infrastrutture critiche. A Kharkiv, dove domenica un palazzo è stato colpito da due ordigni (1 morto e 43 feriti), i missili di Mosca hanno fatto saltare in aria due centrali elettriche.

La difesa aerea ucraina nel frattempo ha abbattuto 53 droni (650 tra Shahed e Cube nei primi 15 giorni di settembre) a Kiev, e in altre 8 regioni. Il raid sulla capitale è durato 4 ore. Le forze speciali del Gur hanno attaccato una base militare russa ad Aleppo, in Siria, dove venivano assemblati missili.

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