"Quando l'Europa chiese l'aiuto americano per far fuori Berlusconi"

L'ex segretario del Tesoro Usa Tim Geithner conferma le trame del 2011: "I tedeschi erano furibondi, ma rifiutammo. Draghi? Improvvisatore"

"Quando l'Europa chiese l'aiuto americano per far fuori Berlusconi"

Ancora conferme e prove di quello che diventa sempre più difficile non definire, a distanza di tre anni, un «golpe» a tutti gli effetti. L'Unione europea, con la Germania in testa, voleva disarcionare Silvio Berlusconi dal governo come precondizione per fornire aiuti all'Italia nella crisi 2011, perché l'allora premier non avrebbe dato garanzie di rispettare gli impegni presi. E Mario Draghi «improvvisò totalmente» quando promise che la Bce era pronta a «qualunque cosa» a difesa dell'euro.

Sono esplosive le nuove rivelazioni che il Financial Times attribuisce a Timothy Geithner, segretario del Tesoro Usa fino al 2013: 100 pagine di trascrizioni di interviste concesse dallo stesso Geithner agli assistenti che preparavano il suo libro. Il saggio, Stress Test , aveva già portato alla luce mesi fa una sorta di accordo europeo per concedere l'assistenza del Fondo monetario internazionale solo se Berlusconi si fosse fatto da parte. Un «patto» a cui gli Usa avrebbero risposto di no perché non potevano «sporcarsi le mani di sangue». Ora dalle trascrizioni, che contengono parti stralciate dal libro, emergono nuovi retroscena. Geithner descrive i tedeschi come «furibondi». «Per essere equi con i tedeschi, ogni volta che riportavano un po' di calma sui mercati e lo spread italiano iniziava a scendere, Berlusconi rinnegava qualsiasi impegno aveva fatto. Erano semplicemente in paranoia che dopo ogni atto di generosità, gli establishment dei Paesi in difficoltà rispondessero con una sorta di “ fuck you ” (un vaffa, insomma, ndr )».

Il segretario americano era presente ai negoziati al vertice di Cannes di fine 2011. «Gli europei ci approcciarono con cautela, indirettamente, prima di dire agli Usa: “Vorremmo che diciate che non sosterrete un prestito del Fmi o qualsiasi ulteriore impegno per l'Italia se Berlusconi rimane primo ministro”. Era pazzesco, interessante. Dissi di no», ammette Geitnher.

Nel mirino anche Mario Draghi, che nel 2012 riuscì a fermare la fuga dai debiti pubblici di Italia e Spagna promettendo il « whatever it takes ». Nelle trascrizioni Geithner parla di un colloquio con Draghi in cui il presidente Bce confessa di aver promesso che la Banca centrale era pronta a fare «qualsiasi cosa necessaria» con una dichiarazione «del tutto improvvisata». Per Geithner una cosa «ridicola».

Ricostruzioni che non sono passate inosservate in Italia. «Queste ulteriori affermazioni ribadiscono che furono Sarkozy e la Merkel a fare pressioni per far cadere il governo Berlusconi nel 2011», recita in serata una nota di Forza Italia. «Sono invece semplicemente ridicole per quanto riguarda una richiesta italiana di prestiti al Fmi.

Non ci fu mai alcuna richiesta italiana perché mai ci fu una necessità al riguardo. Non ci fu neppure alcun impegno del governo Berlusconi assunto e non mantenuto nei confronti dei tedeschi», chiarisce il partito del Cavaliere.

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