Re Giorgio lancia il referendum: "È in gioco il futuro del governo"

Napolitano spinge per il "sì" alle riforme: "Se vince il No è una paralisi definitiva". Ma critica Renzi per aver personalizzato il voto: "È in gioco il governo"

Re Giorgio lancia il referendum: "È in gioco il futuro del governo"

Re Giorgio fa da sponsor delle riforme di Matteo Renzi. "Il 'no' comporterebbe la paralisi definitiva, la sepoltura dell'idea di revisione della Costituzione". In una intervista al Corriere della Sera, l'ex presidente della Repubblica spinge per il "sì" al referendum sulla riforma costituzionale. E, pur criticando il premier per aver personalizzato il voto, ammette che il risultato del voto potrebbe mettere in gioco il futuro del governo.

Per Giorgio Napolitano la nostra Costituzione è davvero superata. "La prima parte - osserva - esprime in piena luce principi e valori fondamentali di convivenza civile e politica. La seconda parte, sull' ordinamento della Repubblica, ha presentato da subito gravissime fragilità". E continua: "I costituenti avevano previsto la necessità di dispositivi per evitare l'instabilità dei governi e le degenerazioni del parlamentarismo; ma questi dispositivi non sono mai arrivati e siamo in ritardo gravissimo". "Se si affossa anche questo sforzo di revisione costituzionale - prosegue - allora è finita: l'Italia apparirà come una democrazia incapace di riformare il proprio ordinamento e mettersi al passo con i tempi. E questo lo devono capire tutti; anche quelli che vorrebbero usare il referendum per far cadere Renzi". Secondo Napolitano, il presidente del Consiglio "non avrebbe dovuto dare questa accentuazione politica personale". "Ma - puntualizza nell'intervista al Corriere della Sera - solo un ipocrita può dire che, se ci fosse un rigetto su una questione così importante, su cui il governo si è tanto impegnato in Parlamento, non si porrebbe un problema per le sue sorti".

L'appoggio di Napolitano alle riforme del governo ha infastidito non poco le opposizioni. Il più duro è il leader della Lega Nord Matteo Salvini che lo chiama "signor Napolitano" rifiutandosi di riconoscergli la carica di "presidente emerito".

"Dopo aver svenduto l'Italia all'Europa, dopo aver inventato la prima disastrosa legge pro-clandestini, dopo essersi inventato i governi (non eletti) dei suoi amici Monti, Letta e Renzi - tuona su Twitter - oggi lancia la campagna a favore del 'sì' al referendum di ottobre. Un buon motivo, non l'unico, per scegliere di votare 'no'". Quindi lo invita a goda "la sua ricca pensione" e a non disturbare gli italiani.

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