Docenti precari, cattedre vuote e scuole che perdono pezzi? No problem: l'importante è tendere la mano al mondo Lgbt. È la vigilia di Natale: le bugie non andrebbero dette e dunque gli impegni presi andrebbero rispettati. "Se entro Natale non ci sono due miliardi per la scuola e uno per l'Università sono pronto a dimettermi". Ricordate chi lo disse? Sì, proprio lui: Lorenzo Fioramonti. Tutti quei miliardi sono arrivati? No. Lui si è dimesso? Macchè: è ancora inchiodato sulla poltrona del Ministero dell'Istruzione, nonostante le voci sulle sue dimissioni. Anche perché Movimento 5 Stelle e Partito democratico, incantati dal fantastico lavoro svolto dal grillino, vorrebbero tenerlo ancora nel governo.
Addio o permanenza ora non importa. Ciò che però va riportato è l'ultimo regalo agli attivisti arcobaleno: stando a quanto riportato dall'edizione odierna di Libero, nel maxiemendamento alla manovra presentato dal governo sarebbe previsto al comma 385 che il "fondo per il finanziamento ordinario delle università" venga "incrementato di 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2020". Il tutto con l'obiettivo principale di "promuovere l'educazione alle differenze di genere quale metodo privilegiato per la realizzazione dei principi di uguaglianza". Ma non solo: si intende anche "inserire nella propria offerta formativa corsi di studi di genere o potenziare i corsi di studi di genere già esistenti".
Il colpo di coda
Il titolare del Miur, probabilmente indispettito per non essere riuscito a togliere i crocifissi nelle classi, ha deciso di arricchire ulteriormente il proprio curriculum: dopo essere stato beccato - grazie all'inchiesta de ilGiornale - a pubblicare insulti choc sui social contro politici, donne e forze dell'ordine, ora vuole passare alla storia come ministro che promuove l'ideologia gender. Uno schiaffo alle tradizioni, sotterrate anche dal Partito democratico che vorrebbe cancellare la parola "famiglia" e sostituirla con "rete formale e informale della persona".
Ma ad essere umiliati sono anche i rettori italiani e del Consiglio Universitario Nazionale che recentemente hanno espresso forti criticità sulla manovra, a loro giudizio incapace non solo di garantire "la qualità della ricerca e la tenuta dell’offerta formativa", ma anche di rendere "un servizio al futuro prossimo dei nostri cittadini".
Niente soldi per docenti, ricercatori e studenti: mancano almeno 220 milioni di euro per l'adeguamento degli stipendi dei docenti, gli scatti stipendiali, l'assunzione e la stabilizzazione dei ricercatori, per premialità e perequazione e per l'esenzione dalle tasse universitarie. Ma che importa? Ora Fioramonti è diventato il leader dell'istruzione Lgbt.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.