Secondo più di un analista politico alle prossime elezioni Giorgia Meloni può prendersi un bel pezzo del governo della Repubblica. Per ora, ieri mattina, ha occupato la prima pagina «di» Repubblica, il quotidiano. Lo ha fatto con una campagna pianificata di pubblicità del suo libro, Io sono Giorgia, pubblicato da Rizzoli, cioè Mondadori. Ogni tanto anche Berlusconi ama prendersi le rivincite. Un assedio: due manchette a destra e a sinistra della testata, e un «quadrotto» al piede della pagina. Nell'insieme faceva un bell'effetto. Quanto tempo è passato da quando il giornale la definiva «fascista» e «coatta»? La politica puzza, ma pecunia non olet. E così mentre le librerie fedeli al Pd si rifiutano di vendere il libro, Repubblica, tradendo la propria linea, si porta a casa qualche modulo ben pagato di pubblicità. È solo questione di affari, niente di personale. Certo è curioso. Rizzoli ritiene di poter vendere il libro di Giorgia Meloni ai lettori di Repubblica. Ma del resto è da un po' che stanno tentando di vendere Repubblica agli elettori di Giorgia Meloni. Non esiste più la destra, non esiste più la sinistra, è tutto business. Peraltro non si può negare che il giornale di Eugenio Scalfari, almeno da quando c'è a dirigerlo Maurizio Molinari, sia irriconoscibile. Ieri, a parte la lettura filoisraeliana (!) dei fatti di Gaza, in prima pagina (sopra la pubblicità della Meloni) c'era persino un pezzo di Claudio Tito sulle spese «ingiustificate» di Massimo D'Alema dentro la Fondazione europea dei progressisti... E nel pomeriggio il sito web apriva con la notizia che la Meloni sta volando nei sondaggi... Non capiamo cosa stia succedendo. Forse il fatto è, come pensano da quelle parti, che soltanto a sinistra comprano e leggono libri. Quindi è lì che bisogna andare per fare pubblicità... O forse i lettori di Repubblica sono diventati di destra. E del resto è una vita che i giornali di destra hanno la pubblicità di libri scritti da politici di sinistra, peraltro pubblicati da Berlusconi. Comunque, non si capisce se sia la targetizzazione del marketing a essere senza senso o se sono i quotidiani che hanno perso la loro linea editoriale. Del resto il primo a dire che leggerà il libro di Giorgia Meloni è stato Enrico Letta, segretario del Pd.
Il problema semmai, ora, sono i lettori «dal primo numero» di Repubblica che smetteranno di leggere il giornale. E forse a questo punto era meglio vendere il libro della Meloni e regalare il quotidiano. Strano che al marketing non ci abbiano pensato.
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