Lo stato d'emergenza resta, ma l'emergenza non c'è più. E l'Italia sta percorrendo i primi chilometri della road map che la porterà alla normalità. Ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha chiarito che, in base a un emendamento al decreto legge approvato all'unanimità dalla commissione Affari sociali della Camera, «dal 10 marzo sarà nuovamente possibile consumare cibi e bevande anche in sale teatrali, da concerto, cinematografiche, nei locali di intrattenimento e musica dal vivo, in altri locali assimilati e in tutti i luoghi in cui svolgono eventi e competizioni sportive». Si tratta, secondo il sottosegretario, di «una risposta importante per alcuni dei settori tra i più colpiti. Un nuovo segnale di ripartenza». Sempre dal 10 marzo sarà possibile tornare a visitare i familiari ricoverati in ospedale per 45 minuti al giorno, ance senza tampone se si Senato, approvato in commissione Affari sociali. Per i guariti dal Covid basterà fare un tampone dopo aver completato il ciclo vaccinale primario. Negli stadi si tornerà presto alla capienza del 75 per cento, che dal 1° aprile potrebbe diventare del 100. Inoltre se la curva pandemica continuerà a scendere, presto gli studenti con più di 12 anni potranno salire sugli autobus anche con il solo tampone negativo e non più con il green pass rafforzato. Green pass sul quale per il momento il governo non è voluto intervenire, anche se sono allo studio allentamenti soprattutto per alcune attività all'aperto.
E poi ci sono i numeri dei contagi e di tutti gli altri indicatori, che scendono con costanza. Ieri i contagi sono stati 57.890 e l'incidenza settimanale è di 672,43 casi ogni 100mila abitanti. Rispetto ai 965,23 del 10 febbraio il dato è sceso del 30,33 per cento, rispetto ai 1.362,95 del 3 febbraio addirittura del 50,66 per cento. Va detto che però sono scesi anche i tamponi: nella settimana dal 28 gennaio al 3 febbraio ne vennero refertati 6.474.106, in quella dal 4 al 10 febbraio 5.225.674, in quella dall'11 al 17 febbraio 3.787.158, con un calo del 27,53 per cento. Infatti la percentuale dei tamponi positivi rispetto a quelli refertati resta sopra il 10 per cento (10,76). Scendono anche i ricoveri, sia quelli in area non critica (ieri erano 14.562, con un calo del 16,09 per cento rispetto ai 17.354 del 10 febbraio), sia quelli in terapia intensiva che ieri erano 1.037, con un calo del 21,56 per cento rispetto ai 1.322 del 10 febbraio. Scendono, anche se con più lentezza, anche i decessi: ieri 320, nell'ultima settimana 2.061 con un calo del 17,13 per cento rispetto ai 2.487 della settimana precedente.
Secondo il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta si può «guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti più contagiose o più gravi» ma «la consapevolezza della stagionalità del virus impone a governo e regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d'autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili».
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