Un brivido lungo 32 anni. Chi non è più giovanissimo ha vissuto per un attimo il terrore di quella serata: la voce concitata di Bruno Pizzul alla televisione, le immagini che arrivavano da Bruxelles di gente calpestata coperta da drappi bianconeri. Quelle terribili immagini e quelle prime telefoto dolorose della gente schiacciata contro la recinzione del maledetto settore Z del fatiscente stadio belga dell'Heysel. Sembra proprio un crudele destino juventino quello di accomunare le finali di Champions a momenti di panico e di terrore, ma vedere quella gente a terra sporca di sangue non poteva sfuggire al triste accostamento.
Per fortuna questa volta la dimensione è stata molto meno tragica, me certo chi si è trovato in quella situazione non se l'è vista bella. E chissà se anche quei malcapitati sono andati con la memoria a quella sera del 29 maggio '85 quando, un'ora prima dell'inizio di Juve-Liverpool, la partita della prima coppa Campioni bianconera, gli hooligans cominciarono a spingersi a ondate verso il settore dei tifosi juventini, il famigerato settore Z, forse cercando lo scontro fisico con gli ultrà bianconeri che però erano sistemati esattamente dalla parte opposta dello stadio. Così si trovarono ad affrontare l'orda ubriaca e violenta degli inglesi, i normalissimi tifosi italiani chiusi in quel settore, indifesi di fronte alla furia degli hooligans e persino manganellati dalla polizia belga che invece di proteggerli, impediva loro di fuggire verso il campo, unica via d'uscita da quella folle mattanza. Attimi di terrore che si sono subito trasformati in tragedia con 39 persone uccise dalla follia, schiacciate contro le reti, calpestate, cadute nel vuoto o travolte dal crollo di un muro.
Quella che doveva essere una serata di festa divenne una tragedia che pesa ancora come un macigno sulla storia della Juve e del calcio. L'altra sera in piazza San Carlo per un attimo abbiamo rivisto quelle scene di folla ondeggiante. E abbiamo cercato di allontanare gli incubi.
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