Il ritorno di Draghi in Europa. Strigliata su difesa e sicurezza

Oggi relazione di SuperMario sulla competitività: "Poche spese e con le guerre alle porte l'Ue non tiene il passo con i suoi concorrenti globali"

Il ritorno di Draghi in Europa. Strigliata su difesa e sicurezza
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Mario is back. Oggi il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha annunciato una riunione della Conferenza dei presidenti a cui parteciperà anche Mario Draghi per presentare la sua relazione sul futuro della competitività europea. Si tratta di un rapporto commissionato durante la scorsa legislatura e pronto per essere pubblicato già prima le elezioni europee ma, per motivi elettorali, è stato posticipato in più occasioni. Il testo redatto da Draghi è importante poiché offre idee di lavoro per la prossima Commissione europea e Ursula Von der Leyen sta prendendo spunto anche per redigere le lettere d'incarico per i commissari più importanti. In particolare i suggerimenti di Mario Draghi sono utili per i portafogli di competitività, mercato unico, energia, clima, industria. Ma quali sono i contenuti del rapporto redatto dall'ex premier e presidente della Bce? L'obiettivo è approfondire come l'industria europea possa riconquistare vantaggio sulla scena globale e quali politiche debba adottare per ottenere questo risultato. La rivista Politico ha esaminato una bozza anticipando alcuni temi a cominciare dalla difesa: «con il ritorno della guerra nelle immediate vicinanze dell'Ue, l'emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell'attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l'Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza».

Inoltre, secondo Draghi, le aziende europee non devono temere la burocrazia mentre incrementano la produzione di armi. La guerra in Ucraina ha avuto effetti sulla sicurezza europea, per questo le aziende di difesa europee dovrebbero avere pieno accesso al denaro e le fusioni non andrebbero bloccate. Secondo l'ex premier «la base industriale della difesa dell'Ue sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l'Ue non sta tenendo il passo con i suoi concorrenti globali».

Tra le criticità riscontrate nel settore della difesa europeo ci sono anche l'insufficiente spesa pubblica (basti pensare che l'Ue nel suo complesso spende un terzo degli Stati Uniti per la difesa) e un mancato coordinamento tra le aziende europee produttrici di armi. I paesi dell'Ue dipendono per l'80% da fornitori stranieri (in particolare americani) e la raccomandazione del rapporto è l'introduzione di un «principio di preferenza europea» per incentivare le soluzioni di difesa europee rispetto ai concorrenti.

Altre proposte sono la definizione di un modello di governance tra la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna e l'Agenzia europea per la difesa e la creazione di una nuova «Autorità per l'industria della difesa».

Si tratterebbe di un'autorità centralizzata per gli appalti per conto dei paesi dell'Ue e «sarebbe gestita dalla Commissione europea e co-presieduta dall'HRVP/Capo dell'Agenzia europea per la difesa e dalla Commissione». In particolare «sarebbe consigliata da gruppi settoriali specifici composti da rappresentanti dell'industria e degli Stati membri dell'Ue». Già in una bozza circolata questa estate si chiedeva di togliere le barriere che impediscono alle aziende della difesa di accedere ai finanziamenti europei proponendo di modificare le politiche di prestito della Bei (Banca europea per gli investimenti) intervenendo anche sui quadri finanziari sostenibili dell'Ue e gli standard ambientali, sociali e di governance (ESG) a vantaggio del settore.

Nonostante la Bei con un bilancio di 544,6 miliardi di euro sia la più grande istituzione finanziaria multilaterale del mondo, ad oggi i progetti militari e di difesa sono esclusi dalle attività che può finanziare e Draghi vorrebbe intervenire per cambiarne il funzionamento.

Dopo aver presentato la sua relazione alla Conferenza dei presidenti dell'europarlamento, la prossima settimana Mario

Draghi ne esporrà i contenuti alla Commissione e, con una legislatura europea appena iniziata, è inevitabile chiedersi se l'ex premier svolgerà nuovi incarichi terminata la stesura del suo rapporto sulla competitività europea.

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