Rottamò il Pci, ora Occhetto vuol rifondare il Pd

Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito comunista italiano, osserva che servirebbe una rifondazione del Partito democratico

Rottamò il Pci, ora Occhetto vuol rifondare il Pd

Corsi e ricorsi della storia politica. L'ultimo segretario del Pci, Achille Occhetto, che trasformò il vecchio partito della falce e martello nel Pds, ora pensa sia necessario rifondare il Pd. Dalla rifondazione comunista subita (scaturì dopo la svolta della Bolognina e la nascita del Pds), alla rifondazione del Pd. Lui però nega che vi sia un parallelo tra le due storie: "Potrei vedere un parallelo - dice in un'intervista al Corriere della sera - soltanto se venisse messa in atto una discussione alta, una vera costituente per definire un perimetro condiviso dalle diverse componenti. Le questioni presenti sull’attuale scena storico-politica non si possono risolvere con i caminetti".

Occhetto sottolinea che a sinistra, e nel Pd, serve unità. Ma al contempo c'è bisogno anche di un confronto serio. "Il mio - osserva - non è un richiamo ipocrita all’unità per l’unità, ma credo che questo sia il momento di includere. Anche se riconfermo le mie critiche al Pd, che è nato con un difetto di fabbricazione, quello che sin da subito avevo definito una fusione a freddo fra apparati". Il peccato originale del partito, dunque, torna alla ribalta. Né carne né pesce. Un ibrido tra socialdemocratici e democristiani.

L'ex segretario del Pds si dichiara "molto preoccupato dalle ipotesi di frantumazione, dal vedere più guastatori che costruttori. Perché siamo a un tornante della vita politica non soltanto italiana, ma anche europea, mondiale, e vedo che le forze democratiche – in primis quelle della sinistra – non riescono a fornire risposte adeguate alla situazione e alle tendenze disgregatrici". Il consiglio che rivolge alle diverse parti in campo è questa: "Servirebbe una rifondazione del Pd. In questo senso ho apprezzato molto il tono e le intenzioni di fondo che Veltroni ha esposto al Corriere, quella richiesta di sintesi alta a sinistra. Ecco, se quello fosse lo spirito di una rinascita del Partito democratico, io stesso cambierei atteggiamento nei suoi confronti".

Ma cosa ne pensa Occhetto del segretario del Pd? "Resto critico con Matteo Renzi, ma nel Pd c’è un argine potenziale allo tsunami populista che non può essere distrutto dallo scontro fra un bullismo nuovista e un rancore da guastatore. E lo dico anche a me stesso…". E sulla storica svolta della Bolognina, che archiviò il Pci, ricorda: "Abbiamo vissuto uno dei momenti più democratici della storia italiana". Quasi due anni, due congressi e decine di direzioni, ricorda Occhetto: "Ascolto di tutte le sezioni, fabbriche, scuole.

E senza invettive contro Cossutta o altri che alla fine hanno scelto di separarsi. Non ho mai avuto rancori verso chi si presentava con una piattaforma politica e valoriale molto diversa dalla mia. Anzi, dopo, alle elezioni, ci siamo trovati nello stesso schieramento".

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